venerdì 4 aprile 2008

Fasano, avanti adagio

Avanti adagio. Il Fasano è ancora spaurito e perplesso. E il disorientamento è un male che si combatte nel tempo. Chiedere troppo alla squadra, in questo momento, non è consigliato. La trasferta di Matera non sbriciola le ultime fette di ottimismo, ma non annega neppure tutti i propositi. Un punto, cioè, serve per continuare a galleggiare, in attesa che la gestione tecnica di Ortega sappia iniettare più lucidità, più sicurezza e più personalità ad un collettivo provato e ancora abbastanza spento. Che neanche in Lucania, in casa di un avversario impalpabile e congestionato da troppe problematiche interne, ha saputo impossessarsi della stuazione o imporre le proprie idee. Subendo il meno possibile e ribattendo con timidezza: segnale inequivocabile di un disagio persistente e di una condizione generale che chiedono nuovo lavoro e nuove applicazioni. Il pareggio è buono per proseguire e provare a ricompattarsi, niente di più e niente di meno. Ma che può scoprirsi inutile, se il Fasano non guadagnerà profondità e aggressività, per esempio. E che si è già rivelato insufficiente a riavvicinare i propri supporter, ancora particolarmente critici dopo (e anche durante) il match. In una piazza dove, tradizionalmente, la gente che tifa custodisce un peso specifico non indifferente. E dove il Fasano, per salvarsi, dovrà pensare anche a ricucire un rapporto diventato pericoloso.