lunedì 30 giugno 2008

L'ultimo consiglio di Pagni

La sensazione era esatta. E non ci ingannavamo. Mai, del resto, avremmo creduto alla dichirazione di sconfitta pronunciata da Barba. Mai avremmo ceduto alle frasi di rabbia del presidente. E mai avremmo confidato nelle pieghe minacciose di certe parole. Barba non è un personaggio arrendevole, che si piega in fretta. Il progetto del Gallipoli non si è esaurito ed è il suo progetto. Che non può derogare dal suo ideatore. Barba resta dov’è. E proseguirà il cammino. Cercando di migliorare il deludente piazzamento del campionato appena consumato. Se, nel frattempo, sorgeranno aiuti dalla comunità imprenditoriale gallipolina, potrà operare con maggior convinzione. Altrimenti, farà da solo. Dopo i manifesti e le assemblee cittadine, segmenti inutili di un’estate passata a pensare. E a bluffare. La gente, sullo Jonio, si rinfranca, in attesa del tecnico che sta per essere ingaggiato. Proprio mentre si accomiata Danilo Pagni, diesse emigrato a Sorrento. Che ha già idealmente salutato la folla e anche Barba, regalandogli pure un consiglio: quello di ignorare quanti lo circondano, spingendolo spesso a sbagliare. Più o meno lo stesso concetto che dettò coach Bonetti, qualche mese prima. Il presidente, è chiaro, sarà libero di accettarlo oppure no. Se lo farà, tuttavia, non dovrebbe perderci nulla. Perché, se le risorse economiche destinate al club sono sempre e solo sue, potrà permettersi di decidere e deliberare senza l’intervento esterno di alcuno. Pensandoci attentamente, il consiglio di Pagni non è malvagio. E, oltre tutto, è gratuito.