mercoledì 25 marzo 2009

Bitonto, scollamento inopportuno

Molti confidavano nel Bitonto. Meglio ancora: nelle sue virtù gladiatorie, nella praticità del suo nocchiero, nell’essenzialità di una programmazione ideata per catturare la salvezza, nella scontrosa applicazione delle sue caratteristiche fondamentali. E il progetto, in mezzo all’assortimento delle difficoltà, ampiamente previste, galleggiava nel mare della serie D. Il Bitonto, società e squadra, confidava peraltro nella complicità dell’ambiente, nell’apporto pesante di una tifoseria calorosa e partecipe. Nella protezione popolare, che pure diverse volte aveva contribuito a risolvere situazioni delicate. E giocare contro la formazione di Ruisi, in campo avverso, era un pensiero abbastanza ingombrante, per tutti. Poi, con il tempo, si è incrinato qualcosa. Il rapporto tra la squadra e il risultato (sconfitta interna con il pericoloso Pianura e, a seguire, caduta preventivabile a Brindisi) e quello tra la squadra e il suo pubblico. Non si spiega altrimenti la rappresaglia di una frangia del tifo, penetrata all’interno del recinto dello stadio, sùbito dopo il rovescio sul terreno della capolista, domenica scorsa. Rappresaglia cieca, sfogata sulle vetture dei giocatori, rappresentante allarmante di un malessere. O, comunque, di uno scollamento. Che segna il momento, assolutamente delicato, del Bitonto. Timoroso, adesso, di essersi compromesso il sostegno proprio quando il sostegno diventa un ingrediente decisivo.