mercoledì 17 ottobre 2012

Il Foggia e la crescita lenta

Irregolare come una squadra in pieno processo di consolidamento. Il Foggia cade e si rialza, si riaffloscia e si ricarica: a una prestazione incerta e zoppicante si sostituisce una prova più tonica e rassicurante. E viceversa. Ci sta anche questo, sulla strada di una società appena rieditata e di un organico che necessita di conferme. E pure di certezze. Come la guida in mezzo al campo. Che il tecnico Padalino (ma pure l'ambiente tutto), ormai, sembrano aver riconosciuto nelle qualità di Agnelli: senza del quale, adesso è chiaro, l'ingranaggio s'inceppa. Il quattro a zero inflitto al Potenza, domenica, ha acquietato qualche dubbio e un po' di ansie. Al di là delle difficoltà palesi di un avversario mai davvero integrato in un campionato troppo oneroso per una neopromossa che neppure dispone di un nuovo tecnico ufficialmente ingaggiato. Ma, ovviamente, qualsiasi giudizio rischia puntualmente di franare, domenica dopo domenica. Il Foggia continua a cercarsi, a collaudare se stesso. Ben sapendo che non può più permettersi figuracce come quella di Bisceglie, sofferta recentemente. Le cui scorie, peraltro, sono state lavate lentamente (nell'ultimo match, malgrado il largo score finale, l'approcio alla gara va considerato un po' affannato). Proprio per questo, allora, è assolutamente inutile alimentare gli appetiti e tornare a guardare verso le vere big del girone. Quello del Foggia era e resta un altro torneo: quello della rinascita, della ricostruzione. Non quello dell'ambizione.