lunedì 5 dicembre 2011

Il derby distratto di Martina e Casarano

Partite come Martina-Casarano sono situazioni da fine campionato, quando molto spesso difettano la concentrazione e l'attenzione. Invece, il derby plana a metà stagione, quando nulla è definito e tutto va giocato, sino in fondo. E, allora, certi infortuni nelle retrovie lasciano riflettere su quanto i protagonisti di questo campionato di serie D abbiano da lavorare, per raggiungere il livello medio di altre epoche. Sbaglia Palazzi, guardasigilli salentino, più volte. E pecca, ripetutamente, il pacchetto arretrato della formazione di Bitetto: ne esce, così, un match sempre in bilico sulle apprensioni, eternamente aperto, maledettamente inaffidabile. Vince il Martina, che crea qualcosa di più. E perde la Virtus, che accetta il confronto sin dall'inizio. Concetto assai gradito alla formazione di casa che, però, finisce quasi (e paradossalmente) per pagarlo. Decide l'undicesimo sigillo stagionale di Picci, arrivato in coda agli acuti di Chiesa (sempre incisivo, quando agisce tra le linee, centralmente) e di De Giorgi, un '93 da seguire. Ma, in fondo, è fondamentale la volontà di Gambuzza e soci: quella volontà (o, meglio ancora, quella praticità) che sembra aver soppiantato da un po' il calcio più fluido ed evoluto dei primi tempi. Rispondendo, evidentemente, alle precise e niente affatto velate richieste del club. Che, per inciso, sta provvedendo a ridefinire l'organico a disposizione dell'allenatore, al quale ha ultimamente regalato un po' di rinforzi a metà campo, diventati impellenti dopo la rinuncia a gente come Irace e Pizzolla. In attesa di un altro artigliere, che arriverà. E sperando che non diventi necessario puntellare la squadra anche più dietro. Da questo punto di vista, il derby potrebbe aver lanciato un messaggio. Di allarme.