Qualche volta inciampa, il
Foggia. Come domenica. Ma i risultati continuano pur sempre a sbocciare con
gradevole continuità. Il dato, così com’è, è assolutamente rassicurante. E la
classifica non se ne svantaggia granché. Anche se la Casertana, vincendo a
Martina, scavalca la gente di Padalino, che peraltro continua a tallonare
Cosenza e Teramo, mantenendo la quarta poltrona. Controllando a distanza,
soprattutto, la concorrenza (il margine sulla nona piazza è di otto punti).
Certo, l’ultima prestazione è unanimemente considerata tra le peggiori
dell’intera stagione. E lo spreco, di fronte al Melfi, sul terreno amico, è
immediatamente sembrato evidente. Due gol di vantaggio e, alla fine, soltanto
un punto: che, comunque, fa ugualmente comodo e si fa sentire. I lucani lottano
anche quando lo score sembra
definitivamente compromesso e, invece di disunirsi, si compattano.
Monetizzando, probabilmente, quel momento della gara in cui il Foggia deve
soltanto governare e devitalizzare gli appetiti avversari. Vero è pure che
Agnelli e compagni segnano e raddoppiano senza brillare troppo, punendo oltre i
demeriti la squadra di Dino Bitetto. Ma queste sono contraddizioni di cui il torneo
tradizionalmente si nutre. Il coach, intanto, nell’urgenza (ecco, di nuovo,
qualche disfunzione nell’assetto di presidio), rispolvera la difesa a quattro,
modificando il modulo di partenza che quest’ultima parte del campionato aveva
provveduto a quotare. Segno che le impurità di un tempo, talvolta, possono
riemergere: innanzi tutto, se cala il livello di attenzione e applicazione. E
se la squadra finisce sotto pressione avversaria. Il match con il Melfi, in
realtà, svela quanto il Foggia continui a dipendere fortemente dallo stato di
forma di Agnelli, il metronomo che molto spesso assicura equilibri e spessore
tattico, e da quello di Giglio, il miglior realizzatore della squadra, che appare
vagamente appannato da qualche settimana. Eppure, dicevamo, il collettivo – pur
faticando - funziona ugualmente. O, meglio, arriva puntualmente a nutrirsi della
sostanza dei punti: e solo chi conosce a fondo questo torneo sa quanto sia
fondamentale fermarsi il meno possibile. E sì: arrivare a marzo con una dote serenamente
spendibile non può che sostenere il progetto della C unica. In estate,
probabilmente, non ci avrebbe scommesso nessuno.