Il Martina può risollervarsi: per una o anche due settimane.
Ma, fondamentalmente, è questo: complessivamente inadatto ad un campionato di
C2 come quello di quest’anno. Dove è necessario agganciare la zona medioalta,
per scongiurare la collocazione nel prossimo torneo di D. E, per questo,
assolutamente bisognoso di risultati frequenti. E, dunque, di nuove cure.
Ovvero, di innesti di qualità e, dicevamo ultimamente, di personalità. Ad
Arzano, in casa dell’ultima forza del girone, la formazione di Bocchini cade
ancora. Senza potersene lamentare troppo, tra l’altro. E, allora, è proprio il
tecnico, già il giorno successivo alla sconfitta, a pagare. Non con l’esonero:
che, ufficialmente, non è ancora sancito. Ma il congelamento dell’allenatore
umbro, comunicato ieri dal club, è un defenestramento come qualunque altro.
Cambiano i termini, non la sostanza. Sin dal pomeriggio di oggi, infatti, sarà
il preparatore dei portieri Alfredo Cimino ad operare sul campo, alla ripresa
degli allenamenti. In attesa di ulteriori novità. Domani, magari, arriverà il
coach del futuro prossimo: forse Chiancone, presente sulle tribune del Tursi nell’ultimo match del
duemilatredici e, si dice, particolarmente vicino alle posizioni dello sponsor
Ghirardini e del suo entourage. O,
chissà, qualcun altro. Al di là di tutto, però, dispiace per Bocchini: che, ancora
oggi, appare il meno colpevole di tutti. Riteniamo, anzi, che con il suo lavoro
(parliamo di ordine tattico e di esposizione della manovra, malgrado la scarsa
cifra tecnica e temperamentale del collettivo) il Martina si ritrova in
classifica due o tre punti in più di quelli che avrebbe potuto collezionare sin
qui. Analisi forte, è vero: che, tuttavia, continueremo a custodire
gelosamente. Al di là di qualche atteggiamento talvolta eccessivamente cauto,
che non ha giovato alla causa (il riferimento, ad esempio, è al match con il
Chieti. E, probabilmente, non solo a quello). Ma anche un concetto che nessuno
potrà verificare: perché il nuovo allenatore, qualunque sia il suo nome, potrà
beneficiare – come spesso avviene – di energie suppletive (almeno quattro
elementi, sembra) sulle quali il primo condottiero della stagione non ha potuto
contare. Immaginiamo, a questo punto, anche
lo sconforto di Bocchini. E, magari, pure la sua rabbia: quanto basta per
maledire il suo forte aziendalismo.