Cambiano i protagonisti. E, talvolta, anche i sistemi di
gioco. Ma il calcio del Monopoli, in questa stagione, è assai meno brillante di
quello praticato dodici mesi fa. E’ una costatazione: insindacabile. Malgrado
l’organico abbia l’obbligo di pretendere il meglio da se stesso: anche in virtù
della corposa rivisitazione maturata tra dicembre e gennaio. La squadra di De
Luca, certo, si ritaglia spesso belle cornici di gioco e, alcune volte, risultati
persino brillanti. Per poi lasciarsi puntualmente travolgere da cali di
tensione sospetti, che ne frenano il passo. Come, recentemente, a Bisceglie.
Come a Taranto, più in là nel tempo. Come a San Giorgio a Cremano, agli albori
del torneo. Come in altre occasioni. E come domenica, a Brindisi. Nel derby più
atteso e sentito dalla propria tifoseria, anzi, il Monopoli crolla. Quattro a
zero è score pesante. Che
intralcerebbe la serenità di chiunque: figuriamoci, allora, se non disturba
proprio in riva all’Adriatico, dove le fibrillazioni non mancano mai, quando il
campionato non procede come dovrebbe. Caduta disarmante: proprio nel giorno in
cui il Brindisi saluta l’arrivo in panchina di Marcello Chiricallo, l’ex che
riesce a bloccare la saggezza di Lanzillotta e ad irretire le idee di una
squadra già di suo un po’ timida. Tra gli osservatori, c’è chi parla
apertamente di vergogna. Mentre il tecnico, davanti ai microfoni, ancora una
volta minimizza le esitazioni del gruppo, rivendicando qualche merito che la
realtà, invece, non riconosce. E, sùbito dopo, la gente che tifa, bloccata a
casa da una nuova misura restrittiva, accoglie la comitiva, al rientro, con una
contestazione ferma. L’atmosfera comincia a bollire. E, allora, la società
comincia ad interrogarsi. Il lunedì è, solitamente, il giorno della
riflessione. Ma, a Monopoli, è il momento di riunirsi. L’esonero di De Luca è
il provvedimento più gettonato, in sede di previsioni. E così è, infatti. Il
derby di Brindisi rappresenta il punto di non ritorno. Perché, al di là del
risultato, immalinconiscono alcuni atteggiamenti della squadra. Per dirla
tutta, anzi, il tecnico di Castellana sembra pagare quella mancanza di coraggio
che, spesso, in trasferta, ha scavato la distanza dal successo. In un
campionato ancora molto aperto e, dunque, meritevole di qualsiasi operazione
che possa agevolare il futuro prossimo. La società, di fronte alla brutalità
degli eventi, supera peraltro qualche comprensibile divisione emersa tra le
varie anime che la compongono. Ma, assicura, non corre dietro i voleri della
piazza: che in larga parte, ormai, aveva scaricato De Luca. Forse, anche per
quel vezzo di nascondere certe verità così difficili da confutare.