Il Taranto non è bello e neppure irreprensibile,
tatticamente parlando. Anche nel derby con il Brindisi: che, malgrado tutto,
vince. I difetti strutturali, del resto, sono quelli già affiorati e
riconosciuti. E resistono. Dietro, ma anche in fase di filtro, ci si confonde
sempre più spesso. Ed anche la formazione di Chiricallo naviga con profitto tra
le disattenzioni e le amnesie avversarie. Come quella, ad esempio, che permette
agli adriatici di ritrovare il pareggio, prima che il primo tempo tramonti. E
prima che la gente di Papagni trovi gli argomenti per raddrizzare la questione,
dagli undici metri (penalty forse generoso o forse no: ma che ci può pure
stare. E che gli ospiti stessi omettono, comunque, di utilizzare come paravento
per la sconfitta). Ma anche il Brindisi non è particolarmente frizzante. Non è
quello più convincente e robusto che, appena sette giorni prima, ha abbattuto
il Monopoli, per intenderci. E, talvolta, non brilla neppure per attenzione: il
vantaggio jonico, per dirne una, nasce da un disimpegno improbabile di
Vetrugno. Gambino e compagni, peraltro, non perdono soltanto la partita: ma
anche parecchio appeal e tante
quotazioni. La caduta dello Iacovone,
inutile sottolinearlo, finisce infatti per spingere il collettivo troppo al di sotto della soglia minima dalla
quale coordinare le operazioni di attracco alla serie superiore. Se ne rende
conto, tra l’altro, pure Ninì Flora, a cui non mancano mai slanci di realismo.
La sua disamina del giorno dopo, nel corso di un’introspezione televisiva del
momento, è un po’ brutale: ma, con ogni probabilità, anche sostanzialmente
esatta. Il Brindisi, ammette il presidente, è un collage di buoni giocatori, ma non di giocatori vincenti. Ovvero, disabituati
a vincere. Lo avvalla, ovviamente, la storia personale di molti di loro. E la
piega che sembra aver preso il campionato. In un certo senso, intanto, Flora
ripone idealmente tutte le ambizioni sin qui cullate, malgrado inviti la squadra a crederci ancora. Prendendo atto, in pratica, di una
situazione contingente. E’ come se il Brindisi, cioè, si sentisse già fuori dai
giochi: anche per questo, allora, il girone H sembra aver perso una delle sue
sette protagoniste prima del tempo.