Il secondo segmento di mercato rimodella la serie D,
praticamente ad ogni latitudine, e stravolge gran parte delle protagoniste di
Puglia. Ma c’è un dato, soprattutto, che colpisce e lascia riflettere: i club
tagliano molti big, riducono le spese
d’ingaggio, puntano sul concetto di completezza dell’organico e cominciano a
preferire la sostanza alla forma. Seppure in ritardo, cioè, le società scoprono
(o riconoscono) un’antica verità: ogni campionato necessita dei giocatori più
adatti a quel tipo di palcoscenico. Traducendo, gli elementi di categoria offrono,
alla lunga, maggiori garanzie. Ancora: sono pochissime le operazioni da urlo
(ricordiamo, nel girone H, quella di Picci, transitato dalla C di Barletta al
Matera: per il resto, niente di speciale). Non solo: la capolista Marcianise,
ad esempio, non si muove o quasi. Tra lo Jonio e l’Adriatico, invece, il Monopoli
rivoluziona il look, reinventando la
difesa. Il San Severo cambia pelle. Il Grottaglie, teoricamente, si
irrobustisce. Il Brindisi si libera di qualche impegno oneroso e, però,
mantiene il suo miglior realizzatore, il ricercatissimo Gambino. Il Manfredonia
perde qualcosa (Arigò e Lacarra, ad esempio) e prova a rimediare. Mentre il
Taranto, senza grandi capitali da investire, assiste, recuperando un solo under (Picascia, ex Foggia). Infine, il
Bisceglie. Che – potremmo sbagliarci, ma anche no – si giova più di tutti delle
transazioni dicembrine. Innanzi tutto, il presidente Canonico dimentica le
intemperanze recenti della tifoseria e dribbla le angosce dell’ambiente,
sconfessando nuovamente i propositi di abbandono. Resta al timone, pur senza
rilanciare. Cogliendo, tuttavia, l’occasione per pulire l’organico di molti
elementi poco propedeutici al progetto. Va via, in sintesi, un po’ di gente dal
curriculum importante. Ma, di contro, arrivano ricambi più spendibili, più
affamati. E anche economicamente più sostenibili. Non a caso, la prima (proprio domenica passata, a
Grottaglie) è assolutamente positiva: successo netto e pesante. Sgomitava,
soltanto pochi giorni fa, l’ipotesi di un tracollo tecnico, il rischio di una
retrocessione annunciata. Scommettiamo, invece, che la salvezza è assai più
vicina adesso di un mese fa?