E, infine, la finale dei playoff del raggruppamento
appulocampano di D si gioca a Taranto, nella sua sede naturale. E a porte
aperte. Non tutte, per la verità: quelle della Curva Nord, la casa della parte
più calda del tifo jonico, rimangono chiuse. Chissà poi perché, dal momento che
le cattive azioni, prima e durante l’ultimo match, si sono consumate anche
altrove. Iin tribuna, per intenderci. La squalifica dell’impianto, però, viene
cancellata dal secondo grado di giudizio, in meno di ventiquattr’ore. Proprio
mentre viene pubblicizzato il campo neutro, quello del Fanuzzi di Brindisi. Ingaggiato, peraltro, dopo aver ristretto
fortemente i tempi e aver forzato il regolamento (settanta chilometri di
asfalto non sono cento, come prevede la norma originaria). Ma così è, in
Italia. E conviene abituarsi. O rassegnarsi. La finale trafigge un mercoledì
autunnale di maggio e dribbla il Giro d’Italia che riparte proprio tra i due
Mari. Di qua il Taranto, più protetto e discreto, schierato senza l’assillo del
successo tassativo. Di là il Monopoli, più dinamico e rapido, ma obbligato a
forzare il destino di un match che non gli consente neppure di pareggiare. La
formazione di Cocco è più animata dall’urgenza e si sente: la gente di Papagni
si spaventa un po’ e, allora, provvede a irrobustirsi in entrambe le fasi,
alzando il quoziente di aggressività. Molinari è acciaccato e agli jonici viene
a mancare il terminale naturale. Gli adriatici, di contro, cominciano a perdere
un po’ di palloni importanti, ma concludono più spesso (e senza precisione) in
virtù di una manovra più diretta. Il gol, tuttavia, lo trova il Taranto, con
l’ex Balistreri, poco prima dell’intervallo. E la marcatura spacca la partita,
indirizzandola sino al novantesimo. Anche perché, nella ripresa, la migliori
intenzioni del Monopoli si slabbrano e la pressione non si evolve. Mentre, nel
tempo, il Taranto disciplina correttamente la gestione delle situazioni. Ma,
proprio al novantesimo, Laneve (il ragazzo entra un’altra volta a gara in
corso, segnando) sbuca al posto giusto e nel momento giusto, aprendo la strada
dei supplementari. Dove il Monopoli arriva con ossigeno limitato e il Taranto,
forse, ancora più stanco. E dove la squadra di Papagni riesce comunque a
conservare il vantaggio di partenza, con sacrificio e sudore. Il Monopoli si
ferma, ma credendoci sino in fondo, E rimediando una gran bella figura. Il
Taranto avanza, spendendo molto e cominciando a temere il nuovo impegno, ormai
vicino (domenica prossima). Il verdetto è quello più pronosticato. E, crediamo,
anche complessivamente credibile. La seconda piazza in regular season di Prosperi e compagni, di fronte alla quarta raggiunta
da Lanzillotta e soci, significa pur qualcosa. E qualcosa valgono anche i tre
scontri diretti complessivi: in cui il Taranto rimedia sempre il risultato. L’ultimo
dei quali consente di sperare ancora in una promozione di scorta. Sempre che la
società bimare confermi la solidità economica che vanta di possedere. Piaccia o
no, il ripescaggio è una questione di campo, ma anche e soprattutto di
scrivania.