La leadership
della Vigor Lamezia (dodici punti in quattro gare) non impressiona troppo il
Martina, che, al Tursi, affronta il
match con coraggio. La disposizione dello scacchiere e la manovra, come sempre,
sono rigorosamente pulite. La formazione di Bocchini, peraltro, si ritaglia
qualche occasione, che serve ad acquisire maggior sicurezza. Il miglior
quoziente tecnico individuale dell’avversario emerge a tratti, ma con fatica. E
solo con lo scorrere del tempo il raggio d’azione dei calabresi si amplia. Quando,
cioè, provano ad amministrare di più la palla e a guadagnare profondità, scalfendo
di conseguenza la visibilità di Petrilli (ex in ombra) e soci. Che, in
prossimità dell’intervallo, rifiatano. In sostanza, primo tempo decisamente
equilibrato: e diversi motivi per ritenersi soddisfatti. La ripresa, invece,
nasconde più sofferenza: la
Vigor si fa più corposa e cresce sotto il profilo della
quantità, pressando e schiacciando il Martina. Che sembra aver perso
brillantezza e fiato e che argina con maggiore difficoltà. Il Lamezia, allora,
continua a fare la gara, sprecando un paio di match point.
Il compito, però, sembra complicarsi alla mezz’ora (doppio
cartellino giallo per Zammuto): Il nuovo 4-3-1-1 disegnato dal coach
umbro,
tuttavia, si regala un paio di incursioni che certificano il processo di
crescita, sotto il profilo della personalità, di un collettivo poco
disposto a
trincerarsi, malgrado tutto. E che lasciano dettare a Bocchini, in sala
stampa,
frasi pregne di soddisfazione e orgoglio (oltre tutto, questo zero a
zero è un risultato di discreto peso specifico). Tecnicamente, in
effetti, la squadra
sta lievitando. E pure approccio e comportamenti tranquillizzano i più
esigenti
e i più delusi dal rovescio consumatosi sette giorni prima, a Caserta.
Il
Martina, sottolinea il tecnico, necessita della fiducia che aiuta a
pretendere
di più da se stessi. Può darsi che sia davvero così: di certo, comunque,
proprio la partita teoricamente più ostica della prima porzione del
torneo
promuove l’umiltà di un gruppo che non dispone di troppe certezze
assolute e
che può sostenersi soltanto sull’applicazione e sulla regolarità.