venerdì 20 febbraio 2009

Andria, duemilanove senza sorrisi

Il divagare incerto dell'Andria nell'anno duemilanove può persino non stupire (vecchia storia, inutile ripetersi: il campionato di quarta serio è questo, equilibrato e livellato), ma allarma un po' la gente. Se è vero - come è vero - che il club si è espressamente dichiarato ancora vicino al suo tecnico. Del quale, evidentemente, si comincia - più o meno sommessamente - a ragionare. Com'è logico che sia, quando i risultati arrancano a trovare una strada. L'ultima prestazione della formazione di Di Leo, ad Avezzano, è un po' arrugginita: sconfitta (legittima) a parte, Mastrolilli e soci attendono e incassano, snza replicare. E, quando se ne ricordano, è ormai troppo tardi. Bruciandosi un po' di considerazione. Il coach, intanto, si difende e nega le velleità di promozione (in seconda battuta, a questo punto: il Cosenza è oggettivamente irraggiungibile per chiunque) della squadra. Squadra che - riveduta e corretta - adesso è però tra quelle più attrezzate del girone. Senza se e senza ma. Tanto da giustificare gli appetiti della tifoseria e - immaginiamo - anche quelli della società. Il vantaggio sulla sesta forza del campionato (il Monopoli) è ancora discreto, anche se non rassicurante: tre punti. Pochi per cullarsi, abbastanza per non affogare il buon senso nel disfattismo più cupo. E per non lasciarsi intrappolare nella ragnatela della furia cieca (a queste latitudini è già successo e, dunque, può accadere ancora). Ovvio: quest'Andria, oggi, non offre troppe garanzie. E occorrerà pure cercare di scoprire cosa si nasconde dietro l'inpasse. perchè di inpasse si tratta. Di fronte al quale non basterà deviare il discorso, pubblicizzando l'assenza di ambizioni. Purtroppo, non ci crederà nessuno. Soprattutto adesso.