giovedì 19 febbraio 2009

L'ultima tappa di D'Arrigo

Il Manfredonia si cerca, senza sosta. E, puntualmente, fallisce l’appuntamento. Accade anche nel derby del Miramare, quello di domenica passata: quando si piega al Barletta, senza molte attenuanti. Perché non è un’attenuante neppure l’inferiorità numerica sofferta per più di novanta minuti, recupero compreso. Anzi, l’espulsione di Romano, quando non si sono ancora consumati i primi sessanta secondi di gioco, è un’aggravante. E l’episodio di una rete invalidata (a Macrì, tra le polemiche) non cancella quella sensazione di impaccio che sembra avvolgere e strangolare da troppi mesi la squadra. La squadra che era di D’Arrigo (esautorato ad inizio di settimana: e il provvedimento, onestamente, non sorprende) e che, da ora in poi, sarà gestita da Lorenzo Mancano. Uno di famiglia che conosce l’ambiente e anche le energie umane a disposizione. Ultimamente rinvigorite da una campagna invernale di rafforzamento niente male. E che, pure, non è affatto riuscita a incrementare le quotazioni di un collettivo troppo spesso spento, remissivo. D’Arrigo, probabilmente, paga per la situazione nella sua globalità: ma evidentemente, soprattutto per quegli sforzi economici garantiti dal club a metà gennaio. E che un mese di calcio hanno praticamente azzerato. Avvicinando la prosepettiva di un Manfredonia già rassegnato prima del tempo.