giovedì 12 febbraio 2009

I playoff e la parola ritrovata

Non è facile, questa C1. E non facile mantenere il passo altrui. Talvolta, però, ci si può affrancare ad un pareggio umile (e affaticato) e recuperare la quinta piazza, l’ultima utile in prospettiva playoff. Un punto (in casa, con il Foligno) basta per raggiungere la Cavese, soppressa al novantesimo dal Crotone nel posticipo del lunedì. Ma il Foggia un po’ svagato di questi tempi non può rallegrarsene troppo. Se non altro, perché la squadra di Novelli, in fase filtro e di non possesso, permette più di abbastanza. Comunque, più di quanto sia lecito concedere a fronte di qualche assenza (Pecchia e Salgado, ad esempio) che, indubbiamente, infastidisce. Non è, cioè, sufficente la prestazione confortante di Mancino, trequartista che possiede i piedi, ma non la continuità. Né la soddisfazione personale di Germinale, un giovanotto che sta crescendo e che, intanto, spazza l’incubo della sconfitta, trovando il varco nel mezzo di un’azione caotica. Oppure il debutto incoraggiante di Malonga, appena prelevato dal Torino. Eppure, il Foggia è nuovamente nell’area playoff. Un dettaglio che il tecnico, peraltro, non sopravvaluta («Occorre lavorare ancora, c’è da soffrire»). Guardando oltre: «Bisognerebbe scendere in campo fregandosene di tutto e di tutti». Magari, anche dell’opinione pubblica e della stampa. A cui, un mese e mezzo dopo, Novelli ha riconcesso (tatticamente?) la propria voce. E il sorriso. Del resto, se l’obiettivo si riavvicina, sarà pure ragionevole riavvicinarsi alla critica. Operazione, questa, che – magari - male non farà. Tanto, nel peggiore dei casi, il trainer utilizzerà l’antidoto più utile: fregarsene.