domenica 22 febbraio 2009

Quando il punto è guadagnato

Certe volte, un pareggio a casa propria diventa un punto guadagnato. Al netto della paura. Soprattutto se è un pareggio affaticato. Affaticato come il punto che il Bari strappa all’Ascoli con una secondo tempo più redditizio, riscattando i primi quarantacinque minuti di disagi e amnesie. Svantaggio doppio e poi la rincorsa: qualcuno parlerà di attributi, di carattere. E sia. Ma la prestazione, se non delusione cocente, provoca amarezza. Il Bari che esce dall’ultimo turno di campionato, però, è una squadra un po’ spaventata dalle sue stesse incertezze, che piovono proprio quando la gente chiedeva certezze. Niente di irreparabile, tuttavia: anche se il Livorno ribalta la situazione nel derby di Grosseto e si stacca. Nessun problema: perché il Bari è sempre lì e perché la serie B si modella continuamente, come tradizione. Chiaro, comunque, che Conte dovrà interrogarsi: perché sottovalutare non è mai consigliabile. Interrogarsi, al di là dei dati oggettivi, cioè delle defezioni importanti. Come quella (non la sola) di Barreto. Senza il quale Gillet e compagni non vincono. Forse per pura coincidenza. O forse no. Senza il quale, tuttavia, il Bari continua a segnare (due gol sono un dato cncreto). E, dunque, a concorrere, a sperare. E a confidare: nell’ambiente, prima di tutto. Sperando che il feeling ritrovato con i supporters non si infranga alle prime vere difficoltà. E che il pessimismo non si ramifichi dove non deve arrivare.