domenica 8 febbraio 2009

Il ruolo del Bari

Il Bari di Conte rispetta il ruolo che si è ritagliato: e, a Brescia, affronta la gara con intensità (lo richiede il campo, appesantito dalle frequenti piogge, e lo spessore dell’avversario, peraltro notevolmente rafforzato nella sessione invernale di mercato) e pure con buona dose di coraggio. Il trainer non rinuncia a disputarsi il risultato e presenta uno scacchiere aggressivo, in fase di possesso. Fioccano persino un paio di occasioni da sottolineare che bilanciano gli sforzi della formazione di Sonetti e che nobilitano una prestazione ovviamente tirata e persino rude (in mezzo al campo, talvolta, occorere randellare). Gli scompensi, magari, nascondo quando la mediana (Gazzi più Donda) si ritrova ad arginare la manovra lombarda che attraversa il suo periodo migliore. Quando, cioè, la fatica si accumula e un modulo indubbiamente propositivo non tutela completamente le operazioni di presidio. E, allora, dietro qualcosa si rischia. Ma il Bari che si propone e che si spende per graffiare il Brescia piace ugualmente. Perché, probabilmente, la squadra sembra aver assimilato i concetti fondamentali che sorreggono la sua condizione di candidata ormai autorevole ad un posto tra i primi sei del torneo. Perché pare aver decodificato le esigenze del percorso che il suo nuovo ruolo gli ha riservato. E, anche se la vetta è perduta (comanda il Livorno, adesso), dal punto di vista della mentalità, questo Bari conforta e convince.