giovedì 5 febbraio 2009

Uno stadio in più, un alibi in meno

Strano, ma vero. Lo Iacovone è di nuovo uno stadio. Uno stadio come gli altri. Dove il calcio è aperto alla gente. Dove si tifa, si impreca e si esulta. E’ davvero ufficiale: lo Iacovone riapre. Dopo mesi di incomprensioni, duelli, acrobazie verbali, innovazioni tecnologiche, misteri, paure, complicazioni burocratiche, proteste, fiscalismi assortiti, contestazioni e inadempienze. Dopo mezzo campionato di buio e silenzi. Dopo aver persino fagocitato personaggi creduti indistruttibili. Riapre e, subito, c’è il Marcianise, rivale di turno di un Taranto ammaccato in cerca di reazioni. Che cerca di dimenticare quello che è stato e quello che non è stato. E che proverà a non voltarsi più indietro. Almeno questa volta. E, magari, ad ignorare la storia dello stadio negato, che poi è un po’ di storia recente del club e della città. Che poi è solo una porzione delle contraddizioni del calcio jonico e della quotidianità in riva ai due Mari. Lo stadio negato dietro al quale, talvolta, il Taranto e i suoi protagonisti si sono volentieri nascosti, cercando di allontanare responsabilità tecniche e gestionali. Domenica lo Iacovone ritrova la passione popolare. Per la squadra e per la società lo stadio ritrovato è un alleato in più nella corsa alla salvezza. Ma anche un alibi in meno.