venerdì 6 febbraio 2009

Noicattaro, tra presente e futuro

Sciannimanico potrà compiacersi. La sessione invernale del mercato, per il Noicattaro, è stata quel che dovrebbe essere per definizione: di rafforzamento. Perché Zotti e, infine, De Pascalis sono pedine di qualità (alta) che, in quarta serie, possono dettare gli esiti del match e, dunque, scrivere il risultato. Molto spesso. Il cammino per la salvezza (già, di per sé, semplificato dagli ultimi risultati, oggettivamente confortanti, anche per l’espressione squisitamente calcistica che li ha accompagnati) non è affatto un cammino di pietra. E, anzi, una squadra come questa (così assemblata sin dall’inizio del campionato, cioè) sembrerebbe destinata ad altre batteglie. Più nobili. Le risorse del nuovo sponsor (Canonico, padrone anche del Liberty di Bari, formazione dell’aristocrazia del campionato regionale di Eccellenza) qualcosa pesano, evidentemente. Anche se il futuro più remoto del Noicattaro va ancora letto e, soprattutto, interpretato. Perché l’ipotesi di uno scambio di titoli sportivi con la stessa Liberty appare sempre più forte di quella di una fusione: non capiremmo, altrimenti, i nuovi sforzi del club barese (che lotta strenuamente con il Casarano per un posto in serie D) per rafforzare l’organico in attesa del rush finale. E soprattutto perché un posto in D risarcirebbe più facilmente l’orgoglio ferito del pubblico nojano. Ritenuto numericamente, si dice, poco stimolante per giustificare la pianificazione di altre stagioni nel circo porofessionistico. Un problema, questo, che affliggerebbe però anche il Liberty (anzi, di più): difficilmente, la C2 all’Arena della Vittoria trasporterebbe la folla. Soprattutto con la concorrenza di un Bari tornato importante. Detto per inciso: oltre tutto, agli entusiasmi di riflesso crediamo poco. Il calcio era e resta uno spettacolo particolare: ognuno bada per sé e lo spazio è esiguo. Anche a Bari.