martedì 24 febbraio 2009

Il Foggia è ancora acerbo

Vorrebbe e potrebbe allungare. E, invece, s’impantana, si svilisce. Il Foggia, molto spesso, è quello che non vorrebbe e non dovrebbe apparire: incostante, confuso e anche un po’ deconcentrato. Forse per quel tasso discretamente alto di gioventù che c’è dentro di sé e chissà per cos’altro ancora. Però, accade ciclicamente: appena la formazione di Novelli naviga bene e prova ad affondare i desideri nella classifica, il risveglio è sempre ruvido. Domenica, poi, il calendario gli aveva accostato la Pistoiese, cioè la formazione più claudicante e più rabbuiata dell’intero girone meridionale di terza serie. Allo Zaccheria, oltre tutto. Inutile: il Foggia si inchina, lascia passare ed evita la caduta rovinosa con un penalty generoso (peraltro controbilanciato da un altro episodio in chiusura di match: e, in quel caso, la concessione della massima punzione sarebbe stata più convincente). Giocando senza nerbo, senza ritmo, senza attributi. E perdendo la quinta poltrona del torneo. A questo punto, sembra anacronistico attendere il Foggia: meglio, piuttosto, osservarlo e godere di quello che arriva, quando arriva. E sarà meglio compiere un passo indietro, tutti: e non confidare troppo nel domani. Meglio evitare, cioè, di schiacciare la squadra sotto lo strato incombente della pressione. Magari, potrà beneficiarne. E ne beneficerà anche la tifoseria: che non merita di illudersi prima del tempo. Il Foggia è ancora acerbo: è opportuno prenderne atto. E potrà maturare: ma viaggiando a fari spenti.