lunedì 23 febbraio 2009

Non ci sono paragoni. E il Brindisi vede la C

Il confronto incrociato non ammette il paragone. C’è il Brindisi: motivato, solido, sicuro di sé. E c’è la Nocerina: timida e compressa nella sua metà campo. Lo scontro dell’anno è meno diretto di quel che si potesse prevedere. Eppure, fa soffrire: la squadra che, alla fine, lo vince e la sua tifoseria felice. Ma il Brindisi, inseguendo il risultato, non si scompone mai: e cerca il gol con fiducia, per ottanta minuti. Con fiducia e orgoglio. Orgoglio da capolista consapevole: delle sue possibilità e del sua condizione di formazione più carrozzata del torneo. Brindisi-Nocerina è la partita. Ma la partita è del Brindisi, da sùbito. Per la quantità di calcio espresso. Per una manovra più ampia. Per la copertura sistemahtica del campo. Per le virtù dinamiche utilizzate. La squadra di Silva tiene palla e detta il ritmo: dal primo minuto e sino in fondo. Spendendo energie che si rinnovano. La Nocerina è attesa: attesa di tempi migliori. Che non si affacciano. Neppure quando la strategia campana prova a stringere gli spazi e a ridurre le insidie. Neppure quando il Brindisi, per un momento, deve decelerare per esigenze fisiologiche. Le occasioni a disposizione di Galetti e soci fioriscono sempre, continuamente. Perché interagiscono il cuore, le verticalizzazioni, le accelerazioni, la personalità. Cioè: il Brindisi è superiore. Trasparentemente superiore. Eppure, un problema esiste: giocare tanto e non finalizzare può stressare. E può causare pericoli. Il forcing adriatico, però, non conosce soluzione di continuità: e non è un caso che la Nocerina decida di presidiare il pareggio con cinque uomini nel pacchetto arretrato e con sette pedine al di qua della linea del pallone. E proprio il forcing insistito, in dirittura d’arrivo, premia la conclusione aerea di Galetti. Ovvero la didascalia più giusta per novanta minuti densi e vissuti. E l’episodio che sigilla il match e, presuminilmente, anche il campionato. Perché il vantaggio, in classifica, cresce sensibilmente (più dodici punti). E la terra della C2, all’orizzonte, si fa nitida, reale.