martedì 10 febbraio 2009

La caduta di un luogo comune

Il Taranto brasilianizzato (l’amazzone Lima ottiene velocemente il transfer e s’insedia nello scacchiere; il paulistano Da Silva sigilla la vittoria sul Marcianise, complice una deviazione influente) prova a inaugurare un altro campionato. E, magari, comincia pure ad illudersi. Il successo, ovvio, porta sorrisi e i sorrisi aiutano a crescere. Attorno, poi, stagna un’altra atmosfera. E un altro spirito, chissà. Ma tre punti, tutti in una volta, non significano molto. E non solo perché arrivano in coda ad un match ormai inchiodato sul pareggio. O perché la prestazione è tuttora lacunosa: in fase di costruzione, innanzi tutto. Dove gli uomini di Stringara faticano a trovare un passo sicuro e una direzione univoca. Certo, però, che la squadra, sul campo, addiziona un po’ più di carattere e di fame. Che, almeno, conducono ad un successo utile a curare il delicato profilo psicologico dei suoi protagonisti. Ed è propedeutica, perchè no, anche la riapertura al pubblico dello Iacovone. Che, peraltro, non si affolla affatto. Duemilacinquecento paganti: anzi, qualcuno in meno. Il dato è deludente, onestamente: malgrado i prezzi dei tagliandi d’ingresso siano stati (opportunamente) abbassati. E nasconde almeno una verità, da scegliere tra diverse ipotesi. Tra le quali ne estrapoliamo tre. La prima: la gente che vuole bene al Taranto è (ancora) troppo sfiduciata e irritata. Per un complesso di situazioni che coinvolgono il presente e il futuro della società, l’attuale cifra tecnica dell’organico, il difficile momento storico che soffoca il tessuto sociale cittadino e la storia strana che ha investito negli ultimi tempi lo stadio comunale. La seconda: la tifoseria non crede compiutamente nel progetto che Blasi ha riannodato al proprio portafoglio. La terza: non è poi così vero che la città sia indissolubilmente legata alla sua maggiore espressione calcistica, come troppo spesso si ascolta (con anacronistico compiacimento) nei salotti televisivi e nei bar. Ma che viva il calcio in maniera umorale e critica, però non necessariamente attiva. Almeno, quando i risultati rimangono lontani dal campo di gioco. Cioè, abbastanza spesso, a queste latitudini.