domenica 3 agosto 2014

Martina, bentornato in C

L’attesa silenziosa, certe volte, paga. Forse, solo perché i requisiti per riemergere ci sono tutti. Come il palazzo del calcio, al momento opportuno, certifica: rispettando le attese della piazza e ricollocando burocraticamente il Martina dov’era, prima della retrocessione. Magari, soltanto perché la strada è già sufficientemente segnata da argomentazioni forti (lo stadio a norma, l’assenza di una massa debitoria preoccupante, i trascorsi sportivi) che vanno semplicemente sostenuti da un’operazione diplomatica robusta e tenace. Se ne parlava da tanto. E, alla fine, arriva: il ripescaggio nella nuova terza serie zittisce tutte assieme le preoccupazioni dell’ambiente (per le incognite che spesso si accodano ad un insuccesso ottenuto sul campo e per l’apparente immobilismo di un’estate vissuta a controllare il traffico) e il malanimo avvampato e mai sopito ai tempi della gestione Cassano. Quando la Fiorentina bypassò il Martina, conquistando la B a tavolino. E, più tardi, quando il vecchio patron decise di decapitare il pallone in Valle d’Itria. Inutile girare troppo attorno, però: la rapidità di esecuzione dei lavori di miglioria all’impianto di via della Sanità si sono rivelati decisivi. Così come le garanzie assicurate da un blocco societario ricompattatosi in fretta, con intelligenza. Pericolo serie D evitato, allora. In quarta serie, diciamolo chiaramente, sarebbe stata tutta un’altra storia. Da riappaltare con pazienza e con moneta contante: tanta. Da affrontare con un certo fastidio e, probabilmente, scarse prospettive (altri club di quarta serie sono avanti col lavoro e, invece, il nuovo Martina va ancora formato, anche se il tecnico Cullo avrà certamente disegnato due programmi e due organici di massima, uno per la C e uno per il campionato interregionale). Ecco, in D il Martina si sarebbe allineato con motivazioni limitate e ambizioni ridotte: un campionato di transizione, per capirci. In terza serie, invece, sarà sufficiente salvarsi: e, con tre retrocessioni su venti squadre, si può fare, muovendosi con oculatezza. Pur partendo con un certo ritardo sui tempi. Perché, parlandoci chiaro, anche questa volta sarà molto più agevole aggirare la retrocessione in D che pianificare l’assalto alla C. Come accade da un po’ ormai. Sembrerà strano e, chissà, lo è davvero. Ma è assolutamente così. Fidatevi.