domenica 30 novembre 2008
La prima del Grottaglie
sabato 29 novembre 2008
Il Bari e Donda
venerdì 28 novembre 2008
Manfredonia, pericolo depressione
giovedì 27 novembre 2008
E adesso non resta che vincere
Il Gallipoli e gli affanni ritrovati
mercoledì 26 novembre 2008
Il Lecce non combatte più
martedì 25 novembre 2008
Grottaglie, Borsci si autoesclude
lunedì 24 novembre 2008
La sostanza di Galetti
domenica 23 novembre 2008
Concordare. Anzi, condividere
sabato 22 novembre 2008
La crisi totale del Manfredonia
venerdì 21 novembre 2008
Benvenuto, Sanderra
giovedì 20 novembre 2008
Foggia, il problema non cambia
mercoledì 19 novembre 2008
Il sottobosco di Puglia
martedì 18 novembre 2008
Andria: grinta, corsa e cuore
lunedì 17 novembre 2008
Un applauso. E un mezzo sorriso
domenica 16 novembre 2008
Francavilla, un punto e qualche segnale
sabato 15 novembre 2008
Quando la classifica stuzzica
venerdì 14 novembre 2008
La daspo di Morello
giovedì 13 novembre 2008
Sorrisi dal teleschermo
mercoledì 12 novembre 2008
Monopoli, è un altro passo
martedì 11 novembre 2008
Il Lecce va
lunedì 10 novembre 2008
Bitonto, il valore delle motivazioni
Il Bitonto riemerge. Nella sfida più ostica. Nel momento di difficoltà dichiarata. Nella partita, probabilmente, più sentita. Perché, da ormai un anno, il confronto con il Brindisi sembra essere un appuntamento particolarmente atteso, se non ruvido. E prodigo di stimoli: come un derby vero, datato, di tradizione. Il Bitonto prossimo alla crisi profonda rinasce nel giorno in cui ci si può attendere di tutto: in cui il Brindisi, ad esempio, conosce la prima amarezza vera del campionato, dopo la lunga dittatura (otto vittorie e un pareggio in nove match). Eppure, è lo stesso Bitonto che aveva smarrito la strada, dimenticato come si protegge la porta, assopito i desideri. E che, all’improvviso, riacquista fiducia, energia e risolutezza. Il Bitonto che, questo è vero, contro le formazioni più titolate fatica a sbagliare la partita. Confondendosi, magari, nelle occasioni teoricamente abbordabili. Lasciando pensare che, evidentemente, sono proprio le salite più ripide a motivarlo. Anzi, a mantenere alta la concentrazione. Elemento essenziale per una squadra come quella di Ruisi, concepita e assemblata per battagliare e ringhiare. Ma che dovrà imparare edificare la salvezza anche contro avversari meno virtuosi, più terreni, meno stimolanti. Nel frattempo, però, il torneo si è addolcito. E, soprattutto, dietro non corre nessuno. Adesso, le prospettive sono rifondate. Con gli argomenti giusti.