sabato 31 maggio 2008
E il Barletta attende
Gallipoli, rialzarsi e ripartire
A Gallipoli l'epilogo del campionato fa soffrire ancora e l'imbarazzo è sempre denso. Non è semplice deglutire, dimenticare. E poi si agitano tante ombre. Ad esempio: nell'incertezza dello scoramento, qualche protagonista del campo avrebbe annusato odore d'impasse e chiesto lo svincolo. La preoccupazione popolare, anche per questo, fatica a restringersi. Il diesse Davide Pagni cerca un nuovo approdo. Patania, ultimo coach della stagione, proverà a trovare panchina altrove. E, soprattutto, i tempi della disponibilità temporanea dello stadio si sono esauriti: e occorrerà provvedere. Ci dovrà pensare l'amministrazione comunale (avviando i lavori di miglioria dell'impianto) oppure la società (emigrando a Lecce per i match ufficiali). Il presidente Barba, però, sembra che abbia liofilizzato la delusione e che non abbia congelato la voglia di vincere. E che, dunque, sia disposto a riannodare certi discorsi interrotti. Se la sensazione è confermata, è un'ottima notizia. Barba è il motore di tutta una situazione che non può sopravvivere senza l'apporto economico dell'unico titolare plausibile del progetto. Dopo, tuttavia, servira qualcos'altro. Sicuramente, anche una valutazione particolarmente attenta di un patrimonio, quello tecnico, che - al di là dello sventurato finale di stagione - non merita di essere azzerato. Modificare è opportuno; rivoluzionare indiscriminatamente può essere dannoso. Il Gallipoli deve solo ripartire. Con i giusti accorgimenti. Non dimenticando che i progetti possono fallire, ma anche evolversi. E migliorare. Nel tempo.
A margine. Ci ritroviamo puntualmente smentiti. Dall'evoluzione della storia e dai suoi accadimenti. Anzi, per essere precisi, dai manifesti fatti affiggere in città dal presidente Barba. Che comunica di voler abbandonare la guida del club: consigliando alla città di trovare un interlocutore serio che possa, entro il trenta giugno, rilevare il titolo sportivo. E, nell'attesa, invitandola a partecipare ad un pubblico incrontro (domenica 8 giugno). Il cliché è antico. E certi argomenti intorbidiscono sempre l'ambiente, privandolo di altre fette di sicurezza e serenità. Forse, è tutto vero: e Barba non bluffa. Forse, il presidente cerca alleanze, complicità. Per ripartire. Forse, è così che si deve operare: perchè un po' di rumore serve sempre. Alle coscienze e agli affari (non solo di cuore). Forse, il momento non è proprio così critico come sembra: anche perchè segue un apparente chiarore in fondo al tunnel. Che avevamo captato. Forse, ci sbagliamo: del resto, non siamo depositari nè della verità, nè della perfezione. Però l'impressione è che Barba abbia mirato alto per ottenere solidarietà. O chissà che altro. Tuttavia, alla smobilitazione del Gallipoli e, soprattutto, all'estinzione del progetto di Barba non crediamo compiutamente. E non crediamo che Barba si dichiari immediatamente sconfitto, alle prime difficoltà, arrivate al culmine di un ciclo di successi. In ogni caso, siamo qui per vedere, ascoltare e annotare.giovedì 29 maggio 2008
La retrocessione annunciata
mercoledì 28 maggio 2008
Monopoli, ipotesi inquietanti
martedì 27 maggio 2008
Lacrime e rimpianti
lunedì 26 maggio 2008
Il Taranto si riprende se stesso
domenica 25 maggio 2008
Uno sponsor per il buon umore
Martina, silenzio assordante
sabato 24 maggio 2008
Liberty, esperimento fallito. Ufficialmente
giovedì 22 maggio 2008
Amici come prima. Sino al prossimo derby
Molto Agazzi, poco Foggia
martedì 20 maggio 2008
Andria, recriminare è arduo
Taranto, problemi di gestione
domenica 18 maggio 2008
Il derby indigesto del Lecce
sabato 17 maggio 2008
L'anima del commercio
Beghe di provincia
giovedì 15 maggio 2008
Patti chiari. Per prassi
mercoledì 14 maggio 2008
E, alla fine, il Bitonto è scarico
martedì 13 maggio 2008
Sul Grottaglie cala il sipario
Lecce, il campionato è cambiato
domenica 11 maggio 2008
Quel timore che stimola il Fasano
Un riconoscimento, un segnale
sabato 10 maggio 2008
Il bivio del Manfredonia
giovedì 8 maggio 2008
La disillusione e l'ansia di ripartire
mercoledì 7 maggio 2008
Il Martina e la rinuncia che irrita
martedì 6 maggio 2008
Il Taranto e la cabala
Lecce, ultima chance
lunedì 5 maggio 2008
Monopoli, cede anche l'immagine
sabato 3 maggio 2008
La ritorsione del Martina
Il Noicattaro e le coincidenze di percorso
Bene così. Il Noicattaro è salvo. Ragionevolmente salvo. Purchè non si suicidi proprio domenica prossima, proprio in casa, proprio contro una formazione – il Cisco di Roma – che null’altro ha da chiedere ancora al suo grigio e insoluto campionato che avrebbe dovuto invece consacrarlo. Ma il calcio sa essere assai strano. E, talvolta, è cattivo: e, allora, meglio accreditare la formazione di Bitetto e Loseto di grandi chances. E basta. Il Noicattaro, dunque, è quasi salvo. Perché vince (con personalità, va detto) a Benevento una gara essenziale: ma non per i sanniti, già paghi della promozione. Perché si ricompatta nell’ora delle decisioni. Perché ritrova la tranquillità troppe volte perduta in una stagione abbastanza ruvida: al rush finale, cioè quando serve. Perché il suo potenziale tecnico (niente male, davanti: non era e non è un mistero) produce quel che deve, sbocciando all’ingresso della primavera. Ma, soprattutto, il Noicattaro ringrazia gli incroci imposti da un calendario ammiccante e comprensivo. E quelle due gare – difficilissime da scalare, ma solo teoricamente – contro il già tranquillo Pescina e, appunto, il Benevento: che fruttano sei punti fondamentali, improponibili in un qualsiasi altro periodo dell’anno. E ringrazia anche quella penalizzazione inflitta ultimamente dalla Commissione Disciplinare al Catanzaro, che obbliga i calabresi a giocarsi sino in fondo, domenica scorsa, il derby con la Vibonese, bloccata così da un pareggio che ai nojani va magnificamente. Bene così, perciò. Ma sarà bene ricordarsi di queste verità: non si sa mai.