La caduta di Andria vale la panchina di Marcello Chiricallo. Non sarebbe potuto
accadere il contrario, del resto. Nel senso che il provvedimento era, sin dal
novantesimo, largamente atteso. Il tecnico, già minacciato dai risultati e da
patron Flora, se ne va. Impossibile restare al timone del Brindisi, dove arriva
Ezio Castellucci, tecnico esperto, anche se non proprio abituato alle dinamiche di
questo girone di quarta serie. Certo, davanti ai microfoni, Chiricallo dice il
giusto: complessivamente, in casa della Fidelis, la squadra non si spiega male:
ma nel mezzo è un po’ molle e dietro si ritrova in difficoltà. Quattro gol (a
tre) sono troppi. Ed è la classifica (magrissima, considerate le previsioni) a
disegnare la situazione. Semmai, sorprende un dato: che, cioè, proprio un
collettivo affidato sin qui ad un allenatore molto attento alla fase di non
possesso si ritrovi infiacchita di fronte a problematiche di natura difensiva.
Ma tant’è: il pallone non smette mai di sorprendere. Sorprende, invece, la
decisione di rifugiarsi negli schemi di un trainer, diciamo così, più
coraggioso. Nonostante, vale ripeterlo, i disagi non alberghino nella trequarti avversaria o in zona di
finalizzazione. Ma si sa: in questi casi, la prima idea è quella di arare il
terreno e ripartire. Con equilibrio. Quell’equilibrio che, sulle zolle
nevralgiche del campo, la campagna di rafforzamento estiva non ha saputo
evidentemente garantire.