mercoledì 15 giugno 2011

Bari, ripartenza ad ostacoli

Nuovo plenipotenziario (il già direttore generale Claudio Garzelli, cioè l’esecutore che tradurrà i voleri della proprietà). E nuovo tecnico (Vincenzo Torrente, emergente che si pregia di due promozioni consecutive, sulla panchina del Gubbio, nuova realtà di B). Il Bari volta pagina. Mettendo da parte il buon lavoro e il bagaglio di serietà offerto dall’ormai ex caudillo Bortolo Mutti e cercando di navigare con sicurezza nelle acque ingiallite della recessione. Che, al di là dello sdoganamento di nuove figure dirigenziali, resiste. Come, del resto, resisteranno Matarrese e la sua famiglia: allontanatisi dal timone del club, ma ancora i padroni del giocattolo: è bene ricordarlo. Soprattutto perché non c’è ricambio. Malgrado il recente (ma debole) interesse di una o più cordate, in realtà mai seriamente vicine al passaggio di consegne. Che il presidente, evidentemente, avrebbe potuto anche incoraggiare con qualche rinuncia: eventualità neppure configurata. Garzelli, dunque, si è accollato un compito niente affatto invidiato: rispondere alle pretese della piazza, per nulla rassegnata ad assistere ad un campionato anonimo o, peggio, pericoloso. Potendo disporre di un budget limitato, utile a comporre un organico giovane e sperimentale. E, soprattutto, ritrovandosi a mediare tra Matarrese e l’ambiente in un momento storico particolare, corroso dalla delusione di una retrocessione amarissima. L’individuazione del nuovo condottiero di una squadra da rifondare, così, è solo il primo passo di un percorso lastricato di incertezze e, probabilmente, di imminenti dissapori. E va salutato per quello che è: il primo mattone della nuova casa. Le priorità, però, restano altre. La questione gestionale calamiterà su di sé molte attenzioni, da qui in poi. Avremo occasione di riparlarne: ne siamo certi.