giovedì 4 agosto 2011

L'autogol di D'Addario

Ora che il procuratore federale Palazzi, pubblico ministero nel processo del nuovo calcioscommesse, ha chiesto la condanna di un punto di penalizzazione per il Taranto, ovviamente da scontare nel torneo che sta per partire, i detrattori di patron D’Addario cominciano a parlare di supponenza, di presunzione. E sì, perchè il presidente, dopo il deferimento del suo club per responsabilità presunta, ha deciso di non presentare una memoria difensiva, nè il legale di fiducia. Rispondendo piccatamente all’affronto: la società non è moralmente, nè materialmente responsabile dei raggiri altrui, ammesso che siano stati perpetrati. Ma, se da un punto di vista puramente formale l’operazione può apparire persino arguta, dall’angolazione squisitamente pratica l’idea sembrava (e, oggi, sembra ancora di più) un autogol. Innanzi tutto, perchè il Taranto non potrà dimostrare la propria innocenza. E poi perchè il messaggio che potrebbe passare, in sede di giudizio, è insidioso: la società di via Martellotta, in sintesi, offre la possibilità di pensare che va bene qualsiasi cosa accada, purchè non se ne parli più e si possa rapidamente voltare pagina. Crediamo che così, in realtà, non sia: ma non possiamo neppure pretendere che anche altri sottoscrivano. Soprattutto, a fronte di una sete di giustizia che, in casi del genere, emerge dal sottobosco. E che, probabilmente, spingerà chi deve giudicare a sanzionare il Taranto. Senza contraddittorio.