domenica 7 agosto 2011

Serie D, il declassamento più sostenibile

Semaforo verde: il Brindisi avrà la serie D. Quando ormai sembrava un’operazione irrealizzabile. Quando l’iscrizione al primo campionato dilettantistico pugliese, l’Eccellenza, appariva come l’unica possibilità di continuare a fare calcio sull’Adriatico. La svolta si chiama contante: quei duecentomila euro in più da investire per garantirsi l’iscrizione alla quinta serie. Ma si chiama pure disponibilità: quella del Comitato Interregionale e del suo presidente Tavecchio. Che, agevolando i desideri di un’altra nobile, il Cosenza, ha finito per aiutare anche il club appena riaffidato ai brindisini della cordata legata al nome di Quarta. La città ringrazia. Ringrazia anche l’intero movimento calcistico pugliese. E la federcalcio di Puglia, che vede concretizzarsi senza ulteriori rinvii il progetto della ristrutturazione del campionato di Eccellenza (ripartirà a sedici squadre, a questo punto). La serie D, peraltro, è il male minore. E’ il declassamento più sostenibile. E’, di fatto, la semplice retrocessione di un gradino: che, se non altro, azzera il deficit, senza oscurare tutti i benefici acquisiti negli ultimi anni. Sperando, ovviamente, che il nuovo assetto societario duri lungamente. Ultimamente, non è andata proprio così: la scommessa di Brindisi, oggi, è questa.