lunedì 12 luglio 2010

Manfredonia, game over

Manfredonia come Monopoli. Come Gallipoli. Il calcio professionistico, sul golfo, si eclissa. L’agonia è stata lunga. E parte da lontano: da un paio di stagioni, per la precisione. Doveva finire così, è finita così. I segnali, del resto, ultimamente erano forti, inequivocabli: stipendi mai pagati e sciopero (sul campo del Brindisi, all’ultima giornata del campionato apena terminato) a salveggia già acquisita. Tutti sapevano. Anche la stampa cittadina, che ha protetto il club sperando di agevolare il processo di normalizzazione, mai avvenuto. E che, adesso, comincia a raccontare qualche particolare in più: polvere secca negli occhi che non potranno più posarsi sul torneo di quarta serie. Il Manfredonia, semmai, ripartirà dalla Promozione. Nulla ha potuto la sua dirigenza stanca e demotivata, ma soprattutto scopertasi sprovvista di argomenti forti. E nulla ha potuto l’ex patron Riccardi, sindaco della città. Nessuno ha risposto all’appello. Nessuno è venuto incontro al pallone, ricaricando il bancomat societario. E nessuno si è sorpreso più tanto, in fondo. Nemmeno la gente che tifa: che ha mugugnato, sommessamente. E che, prima di altri, aveva abbandonato la nave al suo mare agitato. Disertando gli spalti: con meno di cento spettatori per domenica, quando va bene, il fallimento è un destino abbastanza normale.