venerdì 2 luglio 2010

Monopoli, morte improvvisa

Sulla storia del Monopoli cala la saracinesca. Per la seconda volta. Non decide il Palazzo, però. La società sceglie l’eutanasia. Poche possibilità finanziarie, spiega la famiglia Laudisa: il problema, tuttavia, è che la decisione (e l’annesso comunicato ufficiale) della società arriva a ridosso della chiusura dei termini di iscrizione. Quando, cioè, non esiste margine alcuno per tamponare, rimediare. O, almeno, adoperarsi. E pensare un’eventuale soluzione. La morte del Monopoli, diciamolo tranquillamente, si abbatte sulla città e sulla tifoseria improvvisamente. Come un uragano inatteso. Vero, già in passato i Ladisa avevano allertato l’ambiente delle difficoltà sparse sul selciato. Ma senza mai entrare per davvero nello specifico. Senza, comunque, stabilire i tempi della gestione della crisi. Reale, ma sotterranea. Il calcio (quello professionistico, almeno) scompare: e l’impressione è che il club non abbia governato con saggezza il momento storico. Gli stessi tesserati (il diesse Manzari, ad esempio) non nascondono la sorpresa, che vanifica anche i primi approcci: con il tecnico che avrebbe dovuto sostituire Chiricallo e con qualche giocatore. Il gioco degli equivoci deflagra nella peggiore delle alternative. Diventando una sentenza senza appello: che profuma tanto di vendetta: nei confronti della piazza, dell’imprenditoria locale e della politica cittadina. Anzi, di vendetta pilotata. Che la Monopoli calcistica dovrà metabolizzare. Perché, da quelle parti, all’epilogo più amaro non ci crede ancora nessuno.