martedì 18 giugno 2013

Manfredonia, sprint di fine stagione

C'è anche il Manfredonia, nella serie D che sarà. Ci arriva dalla finestra degli spareggi nazionali di fine stagione, proprio in fondo alla corsa. Senza godere, almeno tra i confini regionali, dei favori del pronostico. Che non servono, nella lotteria dei playoff: dove la formazione allenata da Cinque scavalca prima il Cerignola (cioè la più titolata del lotto) e, sùbito dopo, il Terlizzi dei big. Poi, oltre confine, regola calabresi (il Rende) e siciliani (il Campofranco), riscuotendo il biglietto per il grande salto. Che abbellisce l'annata calcistica delle foggiane inserite nella Premier League di Puglia (il San Severo ottiene la promozione in prima battuta, il Cerignola vince la Coppa e cede in finale nazionale davanti alla Fermana), mitigando l'asprezza di quel mal digerito fallimento, ancora recente (il club sipontino si ritrovò dalla C all'Eccellenza nell'arco di una sola estate, per sopraggiunta debolezza economica). Gruppo solido, questo Manfredonia: partito a settembre con qualche languore e frettolosamente estromesso dal gruppo di comando, ma poi rinsaldatosi nella manche di ritorno e, innanzi tutto, in prossimità del rush finale. Squadra di categoria, ovviamente: con qualche singolo interessante. E guidata da un allenatore di carattere. Non sembrava il suo anno. Lo è diventato, però. Sullo sfondo, infine, la conferma della bontà media del pallone pugliese, a livello di prima serie regionale: malgrado un certo ridimensionamento generale dei budget di partenza. Non è, del resto, questo il punto: prima o poi, le realtà calcisticamente più rappresentative di questa terra sanno puntualmente evadere dall'anonimato del dilettantismo. Il problema, semmai, è mantenere il professionismo. Al quale, come raccontano le cronache, il calcio di queste latitudini si sta sempre più disabituando.