martedì 6 agosto 2013

Bari, è un problema di progetto

Abbiamo atteso ventiquattro e poi quarantott'ore. Per capire, per decodificare, per commentare. I protagonisti del nuovo capitolo amaro del Bari, però, non hanno saputo (anzi, voluto) chiarire troppo le idee della gente che fifa e anche di quella che apertamente non tifa. Gautieri, il condottiero dell'ennesima epoca nuova, si è eclissato dopo pochi giorni di ritiro, ancor prima dell'impegno di Coppa, abbastanza per non sbarrarsi il cammino nel corso di questa stagione agonistica (se vorrà, potrà ancora accasarsi altrove, senza inciampare in alcun problema di tesseramento). Dimissioni, quelle del tecnico, subito accolte. Dettati da motivi di natura familiare, recita il comunicato stampa: al quale, ovviamente, nessuno crede (ma quanto conta, invece, il sostanziale immobilismo sul mercatto del club?). La società, nel frattempo, sembra aver promosso alla prima squadra il responsabile della formazione Primavera, Zavettieri: soluzione che poco è piaciuta alla base, ovvero alla tifoseria. Sempre più stordita. Non che fosse fondamentale sentire da Gautieri o da Angelozzi (o da chi per lui) qualcosa di più o di meglio: la sostanza non cambia. Il Bari è, in questo momento, un magma incandescente, un pianeta insondabile. Che deve ritrovare certi equilibri interni, smembrati dalla lunga gestazione di una trattativa mai sbocciata, quella del passaggio di proprietà. E che, soprattutto, deve ridotarsi di un piano, di una programmazione. Oggi come oggi, non impaurisce tanto il Bari malandato, snervato e confuso, nè l'austerity che tenta di divorarlo. Quanto, piuttosto, lo scarso appeal del club e del progetto.