domenica 4 agosto 2013

Lecce-Giacomazzi, divorzio di principio

Nessuno è indispensabile: persino nel pallone. E nessuno è immortale. Tutto scorre, tutto cambia. E non ci meravigliamo neanche un po' se l'estate ci regala la soluzione del rapporto tra il Lecce e il suo capitano, Guillerme Giacomazzi: un uruguagio ormai salentino dentro, dopo tredici anni passati tra lo Jonio e l'Adriatico. Dispiace, quello sì: se non altro perchè, a fronte di un calcio non sempre pulitissimo, il mediano sumericano ha puntualmente applicato sul campo impegno, tenacia, serietà e professionalità. Rescissione, peraltro, è una parola forte: soprattutto di questi tempi. In cui l'ingaggio va difeso sino in fondo. Oltre tutto, alla base, il problema è tutt'altro che economico. Anzi. Giacomazzi, con l'arrivo sulla panca di Moriero e, in campo, di Miccoli (il grande colpo dei Tesoro, un autentico lusso per la C) è stato degradato. Da capitano a soldato semplice. Operazione che il ragazzo di Montevideo avrebbe tranquillamente digerito, dice. Purchè il nuovo tecnico gliene avesse parlato, prima. Cosa che non è accaduta: provocando il risentimento del centrocampista. Mancanza di rispetto, la chiama Giacomazzi. Dopo la lunga militanza: che, almeno, avrebbe dovuto garantirgli questo attestato di stima. L'uruguaglio se l'è segnata. E ha raccontato tutto, apertamente. Anche il digì Tesoro, con una dichiarazione postuma, ha confermato i termini della questione: «Moriero è il comandante dello spogliatoio e vanta i suoi motivi, ma capisco Giacomazzi». Chiaro, chiarissimo. L'ex capitano, però, non perderà molto: è già pronto un nuovo contratto e si trasferirà a Siena, serie B. Dove il Lecce cercherà, per la seconda stagione consecutiva, di tornare. Trascinandosi dietro la sua personale vittoria morale. Si è ritagliato un figurone, Giacomazzi. E Moriero no.