lunedì 18 luglio 2011

Il format e i dubbi dell'Eccellenza

Siamo sempre lì, un anno dopo. Il campionato di Eccellenza pugliese e il suo format rischiano di lacerare certi equilibri e di affossare il prestigio di Vito Tisci, numero uno della federcalcio barese. E, soprattutto, di scontentare di qualcuno: comunque vada. Ponendo, però, gli scontenti dalla parte della ragione. Tutti, indistintamente. Gli eventi, in sintesi: la premier league di Puglia, che avrebbe dovuto contare sedici formazioni alla partenza già nello scorso mese di settembre, è invece ripartita a diciotto squadre. Malgrado le buone intenzioni (la riforma del campionato) e le retrocessioni copiose (cinque squadre). A causa del Manfredonia (collocato d’imperio, dopo la radiazione) e del forzato ripescaggio del Maruggio (il torneo a diciassette non piaceva). Punto e a capo, allora. Con la promessa di riprovarci, da sùbito. La stagione appena trascorsa, quindi, emette i suoi verdetti: ancora cinque retrocessioni (Manduria e Maruggio in regular season; Lucera e Sogliano dopo i playout; il Castellana in coda allo spareggio post-playout), utili ad abbassare il numero delle concorrenti del prossimo torneo. Tutto bene, sin qui. Anche se al Castellana rode non poco: retrocedere in terza battuta fa male. Ma il regolamento è il regolamento: e tutti sapevano, sin dall’inizio. Il guaio grosso, piuttosto, spunta adesso. Il Brindisi (non ci sbagliavamo affatto, un mese fa) sta per diventare il Manfredonia dell’anno scorso: e la sensazione è che si iscriverà in Eccellenza. La federcalcio barese, peraltro, non può opporsi. Ma solo ratificare, accettare. Mugugnando, magari. Si gonfia ancora, però, il numero delle partecipanti al campionato che comincerà: siamo di nuovo a diciassette. La grande epurazione, la seconda consecutiva, si riscopre inutile. Come la precedente. Anche perchè, come dicevamo, il format a diciassette (già utilizzato in Lucania e in Sicilia, per esempio) continua a non riscuote simpatie. Nonostante offra al comitato di via Pende la strada più semplice. Unica soluzione, accedere al ripescaggio. Materia sulla quale incombe una lista prestabilita: alla cui vetta c’è il Bitonto, vincitore (sul campo) dello spareggio tra le vincitrici dei due gironi di playoff di Promozione. Che vanta, è bene chiarirlo, diritti indelebili. Sùbito dietro, poi, il Castellana: cioè la qunt’ultima classificata dell’ultima corsa di Eccellenza. Che, venendo a mancare ogni altro spazio, si ritroverà a recriminare ancora. Giustamente: perchè la sua retrocessione è stata scritta unicamente dalla necessità di riportare il campionato a sedici squadre (la salvezza, ai playout, è stata centrata: vale ripeterlo). Un nuovo format a diciotto finisce, cioè, per calpestare i diritti di un club condannato da un regolamento tradito. Tradito dalla realtà. Traducendo, il Castellana paga il dazio per una causa persa da altri. E chiede giustizia. Che qualsiasi concetto legato al buon senso gli concederebbe. Ma, adesso, spiegatelo al Bitonto: nessuno, in quelle contrade, capirebbe. Piuttosto, solo la contemporanea scomparsa di qualche società in difficoltà (ce ne sono, eccome) potrebbe risolvere la questione: liberando dal dubbio e dalla rabbia il Castellana, il Bitonto e, soprattutto, il Comitato Pugliese della FIGC. Lo scopriremo in questi giorni: ma sperare nelle disgrazie altrui è sempre il termometro dell’ultimo stadio.