sabato 16 luglio 2011

Taranto, ripartenza ponderata

Il Taranto riparte. Prima il saluto ufficiale alla propria gente (le tribune dello Iacovone si spalancano dopo un nuovo e breve isolamento), quindi il ritiro. La destinazione è interessante, ma nessuno lo confessa. Davide Dionigi crede nel progetto di D’Addario e ci riprova: questa volta, sarà più difficile: anche perchè il coach comincia alla pari con la concorrenza, senza un gap da recuperare. Il materiale su cui potrà lavorare è essenzialmente lo stesso del passato campionato, con qualche correzione. E, comunque, il club di via Martellotta continuerà ad operare. Non ci sembra un cattivo inizio: perchè non è detto che le rivoluzioni, nel calcio, portino automaticamente benefici. Rassodare, anzi, è meglio che reinventare. La proprietà, questa volta, non si è lasciata fuorviare dall’urgenza di imporsi: le esperienze, anche quelle più indigeste, servono sempre a qualcosa. Nessun atteggiamento schizofrenico: al contrario, un po’ di concetti ponderati. Bene così. I progetti si solidificano con calma, nel tempo. E poi la struttura che ha terminato con rammarico lo scorso torneo meritava fiducia e assicurava garanzie di un certo tipo. E un paio di innesti giusti potrebbero alimentarne seriamente il potenziale. In conferenza stampa, intanto, il tecnico si rifugia nella prudenza. Sa che non gli conviene caricarsi di responsabilità insostenibili. Sa che rafforzare l’illusione, a Taranto, è un pericolo mortale. Sa che viaggiare a fari spenti è molto più comodo. Ma immaginiamo pure che intuisca il senso della stagione che va ad affrontare. E che non potrà nascondersi più di tanto: la società e la città si attendono molto. Cioè, il meglio.