mercoledì 13 luglio 2011

La richiesta tardiva di Pupino

Non avevamo mai creduto che Antonio Pupino, presidente del Brindisi dalla metà del campionato appena passato, lasciasse titolo e poltrona gratuitamente. E, su queste colonne, l’avevamo scritto a gennaio, puntualmente. La richiesta di seicentomila euro (utile soprattutto a coprire l’ipoteca su un immobile della suocera dell'imprenditore tarantino, impegnato incautamente per consentire a Galigani di rilevare il club dalla famiglia Barretta) che tanto ha inorridito la piazza arriva però un po’ tardi. Quando è tutto ormai deciso. Quando la società adriatica è già praticamente esclusa dal professionismo. Quando, cioè, non esistono neppure i tempi tecnici per coordinare un’eventuale soluzione alla cancellazione della priorità acquisita. La morte annunciata del Football Brindisi 1912 verrà ufficializzata a breve. E occorrerà ricominciare da capo. Non dalla serie D, come avevamo previsto, ma dall’Eccellenza: purchè una o più forze imprenditoriali si accollino l’onere di restituire il pallone ad una città che, ultimamente, l’ha smarrito spesso. Ma che, altrettanto spesso, per inseguire il calcio dei grandi o, più semplicemente, per recuperare il tempo perduto, è costretta ad affidarsi ad avventurieri di passaggio. Pronti a promettere quello che non possono o che non vogliono. In un ambiente che insegue ancora i palcoscenici importanti: senza aver però realizzato che la natura economica della città, oggi come oggi, può garantire solo i campionati regionali. O, al messimo, il primo gradino dei dilettanti.