venerdì 19 luglio 2013

La comunicazione ai tempi della globalizzazione

Internet, molto spesso, fa male. Perchè offre spazio (incontrollato) anche e soprattutto a chi, di mestiere, non si occupa di comunicazione. E che, però, con il concetto di comunicazione deve convivere e operare: affidandosi al fai-da-te. E l'ormai larghissima fruibilità del mezzo di comunicazione, ne siamo consapevoli, ha da tempo imbastardito e imbarbarito la rete e, ovviamente, anche i rapporti interpersonali. L'informazione globalizzata, poi, è spesso più dannosa del silenzio. Perchè la comunicazione è imprescindibile: ma solo se corretta. Sotto ogni punto di vista. Proprio la rete, intanto, ci offre un elemento di riflessione. A Francavilla, una delle due società locali (la ricca e solida Virtus, che attende di essere ripescata nel campionato di Eccellenza) non ha apprezzato le ultime indiscrezioni di mercato di alcuni organi di informazione (e qua un discorso a parte andrebbe pure speso, se vogliamo parlare di professionalità: ma sorvoliamo) e, di conseguenza, ha pensato di diffondere una nota, che vale riportare integralmente, giusto per capire: «Si informano tutte le testate giornalistiche che a partire dalla data odierna, le informazioni meritevoli di diffusione che riguardino la società e/o i suoi tesserati dovranno essere espressamente autorizzate dal nostro ufficio stampa inviando una mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o contattando i nostri Dirigenti Responsabili che forniranno indicazioni in merito». Sappiamo, però, come va il mondo e siamo convinti di essere inciampati in un caso palese di sano pressapochismo mediatico: ai tempi della massificazione della comunicazione, in cui chiunque prova a comporre due o tre frasi di fila, può accadere. Massì, altro non si tratterà che di una cattiva esemplificazione di una richiesta di confronto: o, almeno, ci speriamo. Perchè, altrimenti, dovremmo preoccuparci di un antipatico tentativo di censura preventiva.