sabato 27 luglio 2013

Martina, segnali di nervosismo

C'è aria di bassa pressione, attorno al Martina. Voci, mezze voci, dichiarazioni, reticenze e polemiche più o meno sotterranee dichiarano, di fatto, un malessere di fondo. E poi ci sono un po' situazioni (niente di gravissimo, certo) che intorbidiscono la partenza della nuova squadra, affidata all'emergente Riccardo Bocchini, trainer perugino che ama lavorare con i più giovani, verso la nuova avventura. Un'arvventura che la speranza comune vuole si concluda con il mantenimento del professionismo, ovvero con l'ammissione alla nuova serie C unica (basta raggiungere uno dei prime nove posti della graduatoria del prossimo campionato: obiettivo per niente facile, considerata la concorrenza e il progetto di contenimento dei costi appena varato). Non ci riferiamo a certe frasi dettate nel corso della presentazione ufficiale del nuovo organico, consumatasi in piazza. E secondo le quali il nuovo allenatore sarebbe stato sottratto agli interessi, tutti da verificare, di alcuni club di serie A. Del resto, si sa, le parole cotte sulla griglia dell'entusiasmo, certe volte, debordano. E neppure alle dimissioni dell'amministratore delegato Petrosino, rassegnate proprio alla chiusura dello scorso torneo e prevedibilmente ritirate all'inizio della nuova stagione: in fondo, è giusto così. E non solo perchè il dirigente porta investirori e fa parte del nuovo corso del club sin dall'inizio del cammino. Senza dimenticare, peraltro, che alzare la voce serve sempre a muovere l'ingranaggio: anzi, chissà, l'operazione avrà mosso pure qualche coscienza. Nè ci impunteremmo sul discusso (ma non per questo discutibile) e apparentemente sugellato patto di cooperazione tecnica con la Ternana, che lo stesso presidente Muschio ha però negato alla stampa, non più tardi di un paio di giorni fa. Quanto basta, cioè, per rinfrancare i meno soddisfatti e per rafforzare il comune senso di martinesità. Ma anche per riaprire la porta a certi dubbi (se il contante manca, come più volte ha pubblicizzato dallo stesso gruppo di comando societario, come si arriverà a maggio?). Potremmo, invece, soffermarci su altro. Ad esempio: il gruppo affidato nel corso dello scorso campionato prima a Ciullo, poi a Di Meo e quindi a Bitetto (a proposito: confermato dal presidente a salvezza appena avvenuta e scaricato in estate da altri soci) ha cominciato assai bene e, infine, ha deluso. Sul campo e anche fuori: motivazioni sufficienti per azzerarlo (sono rimasti, infatti, in pochi: Petrilli e qualcun altro). Una risposta già di per sè schietta, netta, chiara. Inappuntabile. Eppure, inseguita da qualche virgolettato societario, decisamente piccato. Che, in questi casi, va persino collocato nel conto. Sin qui, dunque, tutto bene. Inutile e dannoso, però, ci sembra continuare a soffiare sul fuoco del contenzioso. Con Mangiacasale, tanto per fare un nome. Che, semplicemente, non ha ritenuto congrua la nuova offerta economica e che, legittimamente, si è guardato attorno. Guadagnandosi l'etichetta di mercenario, prontamente e pubblicamente respinta. Oppure, con il Brindisi e con il suo presidente Flora, che con il recente passato del Martina non c'entrano assolutamente nulla (semmai, dovranno rendere conto alla città e ai tifosi adriatici, non ad altri). Colpevoli soltanto di aver offerto un contratto all'esterno catanzarese. Che, per la cronaca, si è poi goffamente svincolato dall'accordo (ma questa è un'altra storia, per la quale si è scusato). Ecco: certi dettagli, elaborati tutti assieme, lasciano passare all'esterno un messaggio intriso di nervosismo, se non di disagio. Dal quale si potrebbe provare ad uscire: tracciando un punto, una linea. E ricominciando a lavorare: a fari spenti.

A margine: proprio nel pomeriggio di oggi una nota ufficiale del Martina smentisce le dchiarazioni piccanti tributate a Mangiacasale. Malgrado chi fosse presente continua a giurare il contrario. Sarà. Prendiamo nota. Lo stesso giocatore, di questo, si sentirà evidentemente più sollevato. E, dal momento che la società dice di non nutrire preclusioni su un eventuale rinnovo del contratto, se ne potrà riparlare con maggiore serenità. Del resto, il ragazzo (che si sta allenando con la Casertana di Ezio Capuano) non ha ancora firmato con il club campano. Nessun accenno, invece, sul Brindisi e su Flora. Sull'Adriatico se ne facciano una ragione.