sabato 5 giugno 2010

Barletta, con orgoglio immutato

Troppo più attrezzato, il Catanzaro. Indubbiamente più dotato. Né troppo scalfito dalla difficile situazione societaria in cui versa. Il confronto, oggettivamente, reggeva sino ad un certo punto: il Barletta scende dal treno dei playoff, senza recriminare. Anzi, con immutato orgoglio. Il doppio insuccesso nella lotteria di fine stagione non cancella la soddisfazione di fondo e neppure il dato di partenza. La squadra di Sciannimanico, guadagnando la fase finale, ha cioè già dignificato le proprie reali possibilità. L’esito dei playoff, ripetiamolo pure, non potevano (e non dovevano) costituire il metro di giudizio di una stagione condotta al di là dell’obiettivo dichiarato (la salvezza con agio,ovvero quello più credibile e sensato). Punto e a capo, allora. Verso orizzonti nuovi. E nuove argomentazioni. Due su tutte: il rapporto tra il club e Sciannimanico, tecnico amatissimo in città che sembra aver incassato l’interessamento altrui (non sarebbe male puntare sul concetto di continuità: la gente, oltre tutto, approverebbe e il dettaglio non guasta) e la questione-stadio. Che, per inciso, sembra aver monopolizzato gran parte degli interessi popolari. E che, sembra di capire, indirizzerà le scelte del presidente Sfrecola e del gruppo di comando della società. Ovviamente, la tematica non è pretestuosa. Ma, al contrario, assolutamente seria. Difficile pensare, però, ad una risoluzione del problema in tempi brevi. I lavori che necessitano al Puttilli sono corposi ed onerosi: e sappiamo come funziona, a queste latitudini. Il campionato, il prossimo campionato, non può aspettare, invece. E occorre che la società sappia come affronatrlo. E con chi. Il progetto non è indissolubile dal nome del tecnico che ha condotto il Barletta in questo torneo, ma la riconferma di Scinnimanico potrebbe conferirgli sostanza. Assicurargli un impulso, ecco. Chiarire il primo punto è già un’ottima idea. Anche per vedere l’effetto che fa.