venerdì 4 giugno 2010

Brindisi, due pareggi non bastano

Un palo all’andata. E una grande opportunità per Galetti, al ritorno. Il Brindisi fallisce le (poche) opportunità che la doppia sfida playoff gli serba e si piega alla Cisco di Roma, una delle due finaliste (l’altra è il Catanzaro) che si contenderanno l’approdo in terza serie. Due zero a zero non fanno risultato: e, per la squadra di Silva, la corsa si interrompe qui. Niente da dire, comunque: Moscelli e soci si giocano la qualificazione sino in fondo. E passa la squadra complessivamente più quadrata dell’intero torneo. Non serve amareggiarsi e neppure irritarsi: di questo Brindisi, alla fine, è giusto essere contenti. Nonostante certe imperfezioni che un campionato come quello di C2 ammette e perdona. E’ giusto essere contenti e, soprattutto, fieri. In attesa di capire quello che sarà. Tutto, ovviamente, dipende dai fratelli Barretta. E dalle loro decisioni. Abbondonare oppure no: questo è il problema. Il problema di una città che non sembra disporre di un ricambio applicato al pallone. E, quindi, di prospettive. Come insegna il passato: che torna a far paura. Augurarsi, intanto, che il vertice del club non confermi l’idea di svincolarsi è assolutamente condivisibile. E sperare che il risultato sportivo di questa stagione contribuisca a rasserenare i due presidenti è pienamente legittimo. Ma sarà anche il momento, in riva all’Adriatico, di cominciare a porsi delle domande. E a dotarsi di qualche risposta. Da sùbito: l’estate è breve e il calcio giocato busserà già a fine luglio. Il tempo è prezioso. Quest’anno, più che mai. Perché il pallone semisommerso della Lega Pro sta affondando. Nei debiti, nell’insolvenza e nella precarietà. E l’impressione è che, nel Palazzo, manchi la volontà di proteggere e salvare chi soffre.