mercoledì 17 aprile 2013

Grottaglie, speranze finite

Il Foggia è il Foggia: spesso incerto, sicuramente discontinuo, ma pur sempre robusto, se assistito da un minimo di ispirazione. E il Grottaglie è il Grottaglie: a disagio, se attaccato frontalmente. Troppo morbido, se infilato agli albori del match. E ormai in via di liquidazione. Cinque gol di differenza fanno la storia di questo derby senza passato. E chiudono, una volta per tutte, la porta della serie D alla formazione di Claudio Pellegrino. Un risultato diverso, sia chiaro, avrebbe cambiato poco. Sia detto per una questione di serietà, innanzi tutto. La retocessione - non ancora aritmetica, ma virtuale - dell'Ars et Labor possiede radici più antiche e affonda nella realtà sconnessa di un campionato nato zoppo e confermatosi, settimana dopo settimana, assai arduo da scalare. Un paio di successi, quelli recentemente conquistati da Vitagliano e soci, avevano ravvivato qualche lontana speranza di agguantare i playout, ma - pensandoci bene - non avrebbero oggettivamente potuto trasfomare la stagione. Scandita, lo sappiamo, dalla ristettezze economiche (non a caso, il Grottaglie ha persino rischiato di non presentarsi, in Capitanata: sciopero scongiurato, comunque) e poco rivalutata dal leggero e, probabilmente, tardivo restyling tecnico di metà torneo: arrivato, cioè, a classifica già abbastanza deteriorata. Si chiude, dunque, un ciclo. Lungo. Segnato da tanti campionati di quinta serie, quasi tutti archiviati con legittima soddisfazione. Impostati, spesso, sul vivaio del club. E mantenuti con passione, malgrado le lotte intestine maturate recentemente e più in là nel tempo all'interno della società. E se ne dovebbe aprire, intanto, un altro: eventualità niente affatto scontata, peraltro. Perché troppe nubi si addensano, sin da oggi, sul Grottaglie che sarà. E che, però, potebbero velocizzare il processo di riappropriamento di un settore giovanile efficace e prolifico: esattamente quello che serve per ripatire dall'Eccellenza. E per contenere la crisi.