martedì 16 aprile 2013

Nardò, cercasi stimoli

Il disagio finanziario del club resiste: perché l'auspicato rinnovamento, dietro le scrivanie, non decolla. La corresponsione degli stipendi tarda ancora: e la squadra attende persino la mensilità dell'ultimo novembre. La Commissione Accordi Economici, anzi, impone al Nardò di saldare vecchie questioni. Mentre, ormai, la sfiducia si impossessa della formazione di Vito Sgobba: la più deludente, dal punto di vista dei risultati ottenuti da febbraio in poi. Escludendo, ovviamente, Trani e Potenza, cioè le peggiori dell'intero lotto del girone appulocampano di quinta serie. Va male anche nel derby di Taranto (uno a quattro): e non potrebbe essere diversamente, considerando il buon momento tecnico e ottimo l'umore che arricchiscono il rush finale degli jonici e la stizza conservata in riva a Mar Piccolo per mezzo campionato (le vicende sgradevoli consumatesi nel match di andata, in un certo senso, vengono ripagate con una prestazione sentita, che non concede nulla alla disperazione dell'avversario). Non c'è partita: che la gente di Pettinicchio doma dopo appena sette minuti di gioco. E non c'è sufficiente reazione in un collettivo stanco, demoralizzato e minato nelle fondamenta. La situazione, oggettivamente, si complica: anche perché le dirette concorrenti alla salvezza diretta collezionano score importanti (e, diciamolo pure, imprevisti), sulla spinta delle motivazioni che - di conto - qualcun alto non coltiva più (l'Ischia perde a Francavilla e il Bisceglie cade a Pozzuoli: quasi impensabile, in altri periodi della stagione). Anche per questo, forse, il gruppo imprenditoriale interessato a rilevare il club interviene con un comunicato stampa, promettendo di azzerare la situazione d'impasse: a patto, però, che l'amministrazione comunale collabori fattivamente e, soprattutto, Vetrugno e compagni riescano a conservare il titolo di serie D. Siamo, cioè, alle estreme soluzioni, al tentativo di riscatto degli stimoli rimasti. In un ambiente che, evidentemente, si sta progressivamente abituando all'idea di disputare i playout, ritenuti abbastanza improbabili sino ad un paio di mesi addietro.