lunedì 8 aprile 2013

Martina, pari al fotofinish. Con ansia

C'è qualcosa, nel ménage quotidiano del Martina, che non convince. E non è soltanto una questione di risultati. Qualcosa - se non altro, è un sospetto - si è rotto. Negli equilibri, prima di tutto. Tra la squadra e il campo. Ma anche tra la società e la squadra. Marsili, ad esempio, ha salutato il gruppo nel corso della sosta. Disimpegnandosi molto prima della fine del campionato. Un campionato che non è affatto chiuso, peraltro. Soprattutto perché, fa male dirlo, la salvezza non è ancora raggiunta. E sì: visto che di salvezza adesso occorre parlare. Fattivamente. Dimenticando che la distanza di Gambuzza e compagni dalle quint'ultime (cinque punti) è la stessa che intercorre dal sesto posto (anche quello, per la cronaca, dà diritto di accesso ai playoff). Marsili, era evidente, accusava un po' di fatica, da tempo. Dopo essersi ritagliato una stagione preziosa: per lui e per la formazione allora gestita da Di Meo. Calato Marsili, diciamolo pure, si è sfilacciato progressivamente anche il Martina. Che, lo ripetiamo ancora, non ha saputo - nel frattempo - ovviare alla partenza di Del Core: cioè, il padre di tutti i problemi tecnici incontrati nella seconda parte del campionato. Eppure, per questo collettivo, Marsili rappresentava un valore aggiunto. Era (e lo sarebbe ancora) la pietra miliare della squadra. Che, tra l'altro, non possiede un altro giocatore con le sue caratteristiche. Molto, probabilmente, potrebbe aver influito la qualità non eccelsa del rapporto tra il centrocampista e il tecnico Bitetto. Ma così è, ormai. Di sicuro, però, questo Martina accumula ansie. Riversandole sull'ambiente tutto. Anche a Gavorrano, per esempio, il gruppo ha patito i novanta minuti, rischiando parecchio. Sciupando diverse occasioni, va detto, ma realizzando il sigillo del pareggio a recupero già scattato. Di più: passando dallo zero a due al due a due negli ultimi cinque minuti. Moto d'orgoglio, si dirà. Vero. Un dettaglio affatto da poco, anzi. Perchè una sconfitta in Toscana avrebbe ufficialmente aperto lo stato di allarme in una squadra abituata sin qui ai quartieri alti della classifica e per nulla preparata alla battaglia che conduce alla permanenza. E che, forse, anche per questo, non saprebbe ribellarsi con convinzione a queste nuove condizioni. Tanto da poter compremettere tutto: pagando il conto finale.