L’esuberanza, il sacrificio, il podismo. Quella manovra più
diretta, coraggiosa, a tratti irruenta e irriverente. Il Martina gioca di più
della Salernitana, vagamente timida, per un tempo (il primo) e per la prima
metà della ripresa. E, ad un certo punto, si ritrova davanti per gli effetti di
una magia di Pellecchia, sistemato nel 4-2-4 come seconda punta, con poco più
di un quarto di match da gestire e salvaguardare. Ma la qualità dei campani
stipata in panchina si aggiunge a quella già sistemata sul campo: la reazione
della formazione di Menichini è possente, autoritaria. Lo schiaffo ricevuto,
probabilmente, si rivela particolarmente salutare. E l’assetto difensivo
pensato da Ciullo (scelte obbligate, sia chiaro), sin lì sufficiente per
l’incapacità dell’avversario di verticalizzare o affondare, si squaglia sotto
il peso di una pressione chirurgica. In pochi minuti, la Salernitana si prende
il campo, acquista in densità e denuda i difetti del Martina, costringendolo
all’affanno, stringendolo e assediandolo. Negro, entrato per garantire anche
alla sua squadra un 4-2-4 affidabile e incisivo, cambia il corso del gioco e
apre un nuovo capitolo. De Giorgi, a destra, va in difficoltà, commette fallo e
lascia la squadra in dieci. Immediatamente dopo, a sinistra, Tomi è costretto a
offrire ai granata il penalty della svolta, trasformato da Calil. In mezzo al
reparto di presidio, il giovane Samnick ammette di non poter coordinare strategie
e dinamiche. La
Salernitana sa, invece, che adesso può vincere e accelera
ancora: fallisce almeno tre occasioni da gol e, un minuto prima del
novantesimo, intasca i tre punti. Riscattando quella partenza un po’ anonima:
intrisa di giropalla, ma cieca. E confinando
il Martina in fondo alla classifica, da solo. E anche un po’ irritato. Ma
consapevole dell’esigenza di dover velocemente integrare alcuni tasselli
contrattualizzati recentemente: primo tra tutti, il centrale Fabiano, che il tecnico vorrebbe utilizzare stabilmente dietro.
La terza serie accoglie formazioni di caratura notevole, soprattutto in fase di
possesso: la Salernitana
è un esempio, non un’eccezione. Occorrerà tutelarsi.