lunedì 14 marzo 2011

Bari, l'ultima beffa

Il Bari che comincia a sognare e che poi, nel corso del campionato, affonda è una beffa. Ed è una beffa che, a pagare, sia stato Ventura: unanimemente considerato tra i coach più ispirati (e premiati, ufficialmente) del momento. Così come una beffa è pure sospettare che l’avvicendamento in panchina sia arrivato troppo tardi. Così come rassegnarsi all’inutilità della campagna di rafforzamento. Ad un certo punto della stagione, infine, il Milan viaggia verso il titolo, leader del torneo abbastanza incontrastato. E il Bari chiude il raggruppamento, mestamente: animato solo dall’orgoglio, beffardamente posto in discussione dalle chiacchiere nei bar. Ed è una beffa (per la capolista, è chiaro) piegarsi alla volontà degli ultimi della classe: a San Siro, nell’anticipo di mezzogiorno e mezzo, è pareggio. Niente affatto casuale, peraltro. Perché è la gente di Mutti a passare per prima. E a guadagnarsi il parziale. Demerito di Ibrahimovic e soci, certo. Ma anche tanto merito di chi, ormai, non possiede più nulla da perdere. Ma, pensandoci bene, è una beffa nella beffa anche per il Bari: quasi retrocesso dopo aver fermato il Milan. Salvato da un rincalzo (di lusso, ma attualmente sempre una riserva) che, generalmente, fa segnare tanto, senza cercare troppo spesso la porta. Uno che si chiama Antonio Cassano, barese che ama il Bari e che, da Bari, è partito verso il pallone che conta. E che, proprio per questo, neanche esulta. L’ultima beffa.