sabato 19 marzo 2011

Bari, Matarrese chiede aiuto

Comunque vada, sarà un insuccesso. E’ già scritto. E non basteranno altre prestazioni di livello come qualle di San Siro. Il Bari comincia a preparare il suo futuro. Che si chiama serie B. E che non potrà non tenere conto di un’altra triste realtà: in seconda serie, gli introiti sono troppo più bassi. La retrocessione sul campo è anche una retrocessione economica, oltre che mediatica. La famiglia Matarrese, allora, si guarda attorno. E disegna le prime strategie. Gli ultimi messagi sono inequivocabili: serve liquidità. E, dunque, occorrono investitori. Il presidente chiama l’imprenditoria a sostenerlo. Cioè ad affiancarlo. Almeno, comincia a sondare il terreno. A misurare la temperatura dell’ambiente. E a saggiarne gli umori. Matarrese, sia chiaro, non lascia. Esattamente come un paio di anni addietro. Offre, più semplicemente, la compartecipazione. Una convivenza: che, nel calcio, è istituzione particolarmente difficile. E non sempre gradita: soprattutto a chi sa di dover ottemperare ad alcuni obblighi (allestimento di un organico da rimodellare, ricapitalizzazioni, varie ed eventuali) senza potersi fregiare del gusto di decidere in proprio. La proprietà, ad ogni modo, sceglie di muoversi per tempo e fa bene. Da ora a giugno, intanto, potrà accadere qualcosa. Oppure nulla. Tre mesi, comunque, dovrebbero essere sufficienti per capire come sarà il domani del Bari. E quali saranno i prossimi obiettivi del club. Anche se, di questi tempi, costruirsi illusioni è davvero tanto difficile.