lunedì 28 marzo 2011

Barletta, il derby apre lo spiraglio

Undici punti. Da metà gennaio ad oggi. Quanto basta per assoldare speranze concrete. Nel senso che il Barletta, adesso, si fregia di un cammino più regolare, più credibile. La salvezza, del resto, si costruisce passo dopo passo, salendo un gradino alla volta, compiacendo al concetto di continuità. Inutile aggiungere, poi, che il successo ottenuto nel derby con l’Andria, domenica, può garantire alla formazione allestita da Marco Cari una dose robusta di entusiasmo e un’iniezione di convinzione asssolutamente fondamentale nel rush finale. Che si aprirà ufficialmente dopo l’imminente e ultima sosta del torneo di terza serie. I numeri, anzi, ora dicono che il Barletta è fuori, seppur di poco, dalla zona che scotta. E, particolare niente affatto trascurabile, con un match in più da disputare, rispetto alle concorrenti dirette: quello di Cava, sospeso per le cattive condizioni atmosferiche e che, pertanto, andrà recuperato. Frezza e soci, probabilmente, scrivono la pagina più convincente del campionato proprio nella sfida psicologicamente ed emotivamente più delicata. Monetizzando, perché no, le disavventure di un avversario malconcio (l’Andria colleziona la quinta sconfitta di fila e precipita) che, oltre tutto, deve chiudere la gara in pesante inferiorità numerica (nove contro undici). La discreta produttività (a parte i tre gol, un legno e qualche occasione interessante speraperata) apre, cioè, ampi spiragli di luce sul futuro prossimo di una squadra che, tuttavia, proprio in dirittura d’arrivo concede qualcosa, consentendo alla formazione guidata dall’esordiente Degli Schiavi di ridurre le distanze (finisce tre a due). Altro segnale niente male, infine, è il ritorno alla marcatura di Infantino, artigliere che spesso diventa decisivo nei momenti più importanti. Il ragazzo porta il Barletta in vantaggio e, quindi, raddoppia dal dischetto, liberandosi da qualche ombra. E sgravando di qualche responsabilità (e, evidentemente, di qualche apprensione) Innocenti, chiamato a metà stagione per trascinare il collettivo verso l’obiettivo della permanenza, ma non ancora troppo incisivo.