giovedì 30 luglio 2009

Andria, la felicità si chiama C1

Il capitolo ripescaggi premia la Puglia, ancora una volta. Dopo il Grottaglie, ritrovatosi in D in coda alla retrocessione sul campo, festeggia anche l’Andria. L’Andria semifinalista dell’appendice dei playoff e appena transitato dalla gestione Attimonelli alla scrivania di Pasquale Musci, antico nocchiero del pallone biscegliese. La felicità si chiama C1. Non proprio improvvisa, non proprio insperata. Se ne parlava da un po’: previsioni accolte, allora. Dietro, certo, emerge il peso di una storia calcistica, quella di una città che ha pure vissuto momenti agghiaccianti, come una radiazione per motivi disciplinari e un’altra per cause economiche. Una storia che, però, sa anche di B. E che interagisce con l’energia nuova di un capoluogo di provincia appena costituito e, innanzi tutto, con l’ingente fidejussione richiesta ai club da ripescare in terza serie e assicurata dal nuovo gruppo dirigenziale. Una fidejussione che, forse, la vecchia struttura di comando non avrebbe potuto garantire: non fosse altro che per un vuoto di entusiasmo. L’entusiasmo che, invece, anima e stimola Musci. Uno che comincia bene il suo viaggio: questa è la sua prima vittoria.