giovedì 9 luglio 2009

Barletta, il profumo del pericolo

Il Barletta, ora, rischia davvero. Il Barletta, oggi, è fuori dalla C2. L’iscrizione trascina un vizio di forma, che è pure vizio di sostanza: lo stabilisce il regolamento, lo conferma la Covisoc. Non è neppure un dato totalmente inatteso: se il presidente Sfrecola, proprio in questi giorni, ha ufficializzato il proprio disimpegno, un certo disagio economico esiste. E si fa sentire. La cancellazione del diritto a partecipare ai campionati professionisti è un pericolo tangibile. Inutile girare attorno alle parole. E l’eventualità finirebbe con il cancellare gli sforzi profusi negli ultimi quattro anni. Sforzi non indifferenti, utilizzati per azzerare parte del gap maturato con l’ancora recente fallimemento della vecchia società, quella passata anche attraverso il paradiso della B. Dettaglio, questo, che arriva in tempo a ricordarci quanto possa essere inutile accelerare il processo di rimonta, quando le fondamenta sono deboli. E quanto sia illogico indebitarsi (o svuotarsi) per viaggiare veloci e poi schiantarsi contro un nuovo muro. Il calcio, da quesnto punto di vista, non si smentisce mai. E, prima o poi, punisce. Molto spesso chi è recidivo.